Scena del crimine

Delitto, castrazione e Johnny Depp: la vera storia che ha ispirato Stranger Things

La vicenda dei West Memphis Three ha ispirato Stranger Things: tre adolescenti metallari dell'Arkansas furono accusati e condannati per l'omicidio rituale di tre bimbi

Delitto, castrazione e Johnny Depp: la vera storia che ha ispirato Stranger Things

Nonostante Stranger Things sia una serie di invenzione, l’ultima stagione e un personaggio che vi è stato introdotto affondano le radici in un vero caso di cronaca nera e la bizzarra vicenda giudiziaria che ne è seguita. Il personaggio in questione è Eddie Munson, parzialmente ispirato a Damien Echols, scrittore con varie amicizie nello showbiz, che negli anni ’90, con due amici, fu condannato a morte per aver sequestrato, seviziato e ucciso tre bambini di 8 anni.

Echols non è, per l'opinione pubblica, il colpevole degli omicidi, così come non lo sono i suoi due amici. Denominati i West Memphis Three, i tre giovani di allora finirono in carcere per molti anni e si riconobbero colpevoli per essere scarcerati grazie a un cavillo legale chiamato Alford Plea: tuttavia non c’era nessuna prova tangibile che poteva essere a loro ascritta e al di là dei tribunali moltissime persone credono alla loro innocenza. La storia ha ispirato diversi registi e musicisti.

Gli omicidi

Come riporta Britannica, tutto iniziò con la scomparsa di tre bambini nel piccolo centro di West Memphis in Arkansas: Christopher Byers, Stevie Branch e Michael Moore. La sera del 5 maggio 1993, i piccoli, tutti di 8 anni, non rientrarono a casa e i genitori ne denunciarono la scomparsa. Il giorno dopo vennero trovati cadaveri nel rivo del Robin Hood Park, un’area boschiva sul territorio di West Mempis.

Erano stati denudati, picchiati e legati con i lacci per le scarpe. Due di loro erano annegati nel fiumiciattolo, mentre il piccolo Byers era stato accoltellato e aveva subito una mutilazione genitale.

Le accuse a carico dei West Memphis Three

Immediatamente gli inquirenti pensarono a un omicidio di tipo rituale, a una setta forse satanica, per usare un termine improprio che in Italia traduce grossolanamente l’anglofono “cult”. Così gli inquirenti si concentrarono sui “freak” del luogo, ovvero adolescenti che nell’aspetto e nelle abitudini sono stravaganti rispetto al modello dei bravi ragazzi.

Il primo nome sulla lista fu proprio quello di Echols, che mostrò di conoscere dei dettagli sugli omicidi durante un colloquio informale: in realtà quei dettagli erano di dominio pubblico. Spuntarono poi delle testimonianze, successivamente ritrattate, secondo cui Echols avesse una passione per i rituali pagani, tanto da dirsi un adepto della Wicca, una religione new age che celebra la natura e propone una revisione storica e politica della figura delle streghe. Qualcosa che negli anni ’90, in un piccolo centro dell’Arkansas era ritenuto decisamente una stranezza. In più Echols aveva abbandonato gli studi, leggeva i libri di Stephen King, ascoltava i Metallica e aveva fama di “piantagrane”.

Le testimonianze ritrattate coinvolsero due amici di Echols, Jessie Misskelley e Jason Baldwin. Il primo dei quali confessò gli omicidi: in realtà il racconto di Misskelley, minorenne con problemi di apprendimento, era pieno zeppo di contraddizioni e di dettagli che non trovavano riscontro in quello che era accaduto, tanto che poi il giovane ammise che la confessione fosse stata forzata dalla polizia, tesi sostenuta dal legale di parte. Ma tanto bastò: a far incriminare i tre adolescenti contribuì il loro look, fatto di indumenti in pelle e t-shirt di band metal. “Le prove contro di noi erano le nostre preferenze personali nella musica”, commentò Baldwin.

Le condanne e l’uscita dal carcere

Tra febbraio e marzo 1994 Echols, Misskelley e Baldwin furono condannati, il primo alla pena di morte, gli altri due all’ergastolo. Secondo la sentenza, i bimbi erano stati uccisi nel corso di un rito satanico ordito da Echols con i due amici.

Ma i tre non smisero mai di proclamarsi innocenti. La prima occasione per loro arrivò nel 2007, quando fu effettuato un esame del Dna sulle tracce biologiche, due capelli, trovate sulla scena del crimine o sui corpi dei bambini. L’esame scagionò gli imputati e puntò dritto invece a Terry Hobbs, patrigno del piccolo Stevie Branch, e a un suo conoscente, che si sono sempre dichiarati estranei ai fatti, eventualità corroborata dalle dichiarazioni della polizia. C’è da aggiungere però che la scena del crimine, per inesperienza degli inquirenti, non fu transennata e fu inquinata, tanto che ne emerse una fuga di notizie incontrollata nei giorni immediatamente a ridosso del triplice omicidio.

Tuttavia grazie all’Alford Plea, la Suprema Corte dell’Arkansas decise nel 2010 che Echols, Misskelley e Baldwin potessero essere scarcerati dichiarandosi colpevoli e vedendosi così ridotta la pena. Si tratta appunto di un cavillo legale, che impedisce in questo modo agli imputati di chiedere allo Stato un risarcimento per il tempo trascorso in carcere.

Il colpevole è là fuori

Echols, Misskelley e Baldwin hanno quindi ripreso le loro vite dove erano rimaste. Echols in particolare ha sposato una scrittrice, Lorri Davis, in carcere, conosciuta a seguito di una fitta corrispondenza, ed è diventato scrittore a sua volta. La sua vicenda ha sollevato nel mondo dello spettacolo una grande ondata di solidarietà, che ha coinvolto artisti come Eddie Vedder dei Pearl Jam, l’attrice di Stranger Things Winona Ryder e soprattutto l’attore Johnny Depp, che considera Echols un fraterno amico.

A giugno 2022 il team legale di Echols ha chiesto che sulle tracce biologiche della scena del crimine, venga effettuato un nuovo esame più moderno e probante relativo al Dna, basato sul cosiddetto “vuoto umido sterile”. Come riporta la Cnn è stata anche firmata una petizione di gran successo a riguardo. Tuttavia la richiesta è stata rigettata, anche perché questo esame renderebbe inutilizzabili in futuro le prove: secondo il pubblico ministero inoltre, dimostrare la presenza di altre persone sulla scena del crimine non scagionerebbe Echols. Molti ritengono probabile questo: chi ha commesso gli omicidi di Christopher Byers, Stevie Branch e Michael Moore non ha mai scontato la pena per questa colpa.

Potrebbe essere ancora a piede libero.

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