Cronache

"Salvini con gli assassini", tensioni al corteo contro l'assessore di Voghera

Centinaia di persone sono scese in piazza per manifestare in segno di solidarietà all'uccisione di El Boussetaoui

"Salvini con gli assassini", tensioni al corteo contro l'assessore di Voghera

Alcune centinaia di persone si sono radunati tra canti e slogan in piazza Meardo, a Voghera, in segno di solidarietà e protesta per l'uccisione di Yound El Boussetaoui, marocchino 39enne senza dimora, freddato nella serata dello scorso martedì con un colpo di pistola partito dall’arma dell’assessore alla Sicurezza del comune di Voghera, Massimo Adriatici. La manifestazione è stata organizzata dalla comunità marocchina con diverse associazioni e con la sorella della vittima.

Oltre 500 in piazza a Voghera

La procura ha accusato di eccesso colposo di legittima difesa Massimo Adriatici. Inizialmente il magistrato aveva accolto la contestazione di omicidio volontario ipotizzata dai carabinieri, in seguito però, compiute alcune attività istruttorie tra le quali anche l'ascolto dei testimoni e l'interrogatorio dell'assessore, l'accusa è stata cambiata in eccesso colposo di legittima difesa. Alcuni manifestanti hanno gridato e ripetuto più volte “assassino, assassino” rivolto ad Adriatici. Sono stati tanti i rappresentanti della comunità islamica che hanno raccolto l'invito delle associazioni antirazziste.

Mentre camminavano, gridavano anche "vergogna", dicendo che"gli assassini di ogni razza devono pagare e stare in galera" mimando il gesto delle manette. I manifestanti si sono rivolti anche al leader leghista: "Salvini difende gli assassini". Su uno striscione la scritta "Salvini sei contento", mentre su un altro "il razzismo uccide, le nostre vite contano" e anche "Per Youns contro il razzismo" e ancora "no all'odio, sì alla pace". Alcuni manifestanti hanno sventolato bandiere di Autonomia Contropotere.

Le parole della sorella della vittima

A LaPresse, Bahija El Boussettaoui, sorella di Younes, ha detto che "quello che è successo è una cosa ingiusta e tutta questa gente, familiari e non, vuole la giustizia che vogliamo noi". Ha poi continuato: "A questa manifestazione c'è tanta gente perché tutti conoscono Younes, visto che siamo in Italia da 23 anni. Adesso Younes non è più solo il figlio e il fratello della famiglia El Boussettaoui, ma di tutte queste persone che sono qui e di quelle che stanno manifestando in altre città. Io sono fiduciosa che lo Stato e il Governo italiano ci daranno giustizia perché è chiaro cos'è successo quel giorno, lo sparo, il caso è chiarissimo. Gli inquirenti fanno questo di mestiere e avranno capito anche loro. Noi ora vogliamo giustizia".

Il sindaco aveva invitato tutti i negozianti a chiudere le loro attività in concomitanza con la manifestazione e quasi tutti gli esercenti hanno deciso di seguire il consiglio del primo cittadino. Secondo le prime stime, sarebbero oltre 500 le persone che hanno preso parte al corteo per El Boussetaoui. Qualche momento di tensione quando i manifestanti avrebbero voluto superare lo sbarramento delle forze dell'ordine per raggiungere la sede del Comune.

Adriatici resta ai domiciliari

Secondo quanto reso noto dall’AGI, nell’ordinanza con cui è stato convalidato l'arresto e confermati i domiciliari, il gip di Pavia ha scritto: "Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni, prima che El Boussettaoui lo colpisse e prima dello stordimento. Tale azione appare decisamente spropositata a fronte di un uomo che lo stava aggredendo disarmato, nei cui confronti si è posto in una fase decisamente anticipata in una posizione predominante, ma in modo gravemente sproporzionato e creando le condizioni perché si addivenisse all'evento nefasto".

Secondo la giudice, esiste il pericolo di reiterazione del reato, non di inquinamento probatorio, tenendo conto "della consapevolezza qualificata che si deve richiedere a un uomo con la professionalità dell'indagato per anni nelle forze dell'ordine ed esperto penalista, istruttore delle forze dell'ordine, esperienza in base alla quale l'uomo avrebbe dovuto essere in grado di discernere il rischio effettivamente corso e i valori che era chiamato a bilanciare in tale situazione".

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