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Il vento, il calo di velocità e lo schianto: quel mistero del volo 191

Il 2 agosto 1985 un Lockheed della Delta Airlines in prossimità dell'aeroporto di Dallas precipitò su una strada statale, causando il decesso di 152 persone che si trovavano a bordo e una persona che si trovava in automobile

Screen dal canale WFAA su YouTube
Screen dal canale WFAA su YouTube

Il 2 agosto 1985 alle 15.10 decolla il volo Delta Airlines 191, da Fort Lauderdale diretto a Los Angeles. Il volo prevede uno scalo intermedio all’aeroporto di Dallas-Forth Worth e proprio durante la fase di atterraggio nella città texana, il velivolo precipita su una strada statale, uccidendo 126 passeggeri, 8 membri dell’equipaggio e una persona che si trova a terra.

La dinamica dell’incidente

È il 2 agosto 1985 e dall’aeroporto di Fort Lauderdale, Florida, parte un Lockheed L-1011 TriStar della compagnia aerea statunitense Delta Airlines. L’aereo, che a bordo ha 152 passeggeri, è diretto a Dallas, dove effettuerà un primo scalo e successivamente a Los Angeles. La prima parte della fase di crociera trascorre senza problemi, ma giunti nei cieli della Louisiana, i piloti trovano ad accoglierli una turbolenza, che porterà il comandante a decidere di cambiare rotta per evitarla.

Mentre il Lockheed inizia la discesa verso Dallas, i piloti vengono informati dalla torre di controllo di un temporale proprio sulla loro rotta, ma il comandante questa volta decide di continuare sulla rotta intrapresa. Giunti a 457 metri, il primo ufficiale, che ora è al comando, avverte il comandante della presenza di fulmini nelle nuvole che stanno per attraversare. Ma a 244 metri circa l’aereo aumenta di velocità autonomamente e raggiunge i 320 chilometri all'ora, invece di restare stabile alla velocità di atterraggio di 276 chilometri all'ora. Cosa sta accadendo al volo 191 e perché di colpo la sua velocità ha iniziato ad aumentare?

Il comandante riconosce subito il fenomeno del “wind shear”, cioè un’improvvisa variazione del vento in intensità e direzione, pericolosa per i velivoli in fase di atterraggio perché inganna i piloti sul corretto assetto/velocità di discesa dell’aeroplano, e ordina al primo ufficiale di tenere monitorata la velocità. Ma quest’ultima diminuisce bruscamente da 173 a 133 nodi Ias (Indicated Air Speed), e subito dopo a 119.

Ma non è finita: il velivolo entra in una turbolenza che lo porta a scendere verticalmente alla velocità di 32 chilometri all'ora e una raffica di vento laterale lo fa inclinare a destra. I piloti cercano in ogni modo di riportare il muso del Lockheed verso il basso, ma alle 18.05 entra in funzione l’allarme del Ground Proximity Warning System, che avverte i piloti di una possibile collisione con il terreno. Purtroppo non c’è nulla da fare, e i piloti a questo punto possono solo cercare di diminuire la velocità di impatto con il suolo.

Il volo 191 precipita due chilometri a nord della pista d’atterraggio, rimbalza in aria e ricade su una strada statale, colpendo un'automobile e uccidendo il guidatore. Nella sua rovinosa caduta, l'aereo colpisce anche un palo dell'illuminazione e due serbatoi d'acqua di un campo di volo, incendiandosi.

Nella tragedia che ne seguì, la fortuna volle che la sezione di coda del velivolo si staccò prima dell'incendio, salvando la vita a 27 dei 163 passeggeri a bordo. Tutti gli altri, compresi i membri dell'equipaggio, non ebbero scampo.

Le indagini

La indagini per stabilire cosa successe al volo Delta Airlines 191 furono condotte del National Transportation Safety Board, che imputò le cause della tragedia a più fenomeni associati tra di loro. Fu stabilito che l'incidente avvenne per un errore umano da parte del pilota, combinato con il fenomeno metereologico del wind shear.

L'Ntsb stabilì inoltre che per i piloti fu impossibile rilevare in tempo il fenomeno del "microburst", ovvero delle micro raffiche tali da generare il cambio improvviso di direzione dell'aereo. Questo perchè il radar metereologico di bordo non era in grado di rilevare i cambiamenti di vento, ma solo la presenza di eventuali temporali. A seguito del disastro di Dallas, la Nasa progettò un radar capace di rilevare il wind shear, che fu applicato a tutti gli aerei di linea.

Il mistero dei voli numero 191

L'incidente del volo Delta Airlines 191 è tristemente famoso per la grave perdita di vite umane che causò. Ma non solo. Si celerebbe un mistero, o forse solo una coincidenza, dietro il numero 191. Ben cinque voli aerei con questo numero hanno subito incidenti, alcuni dei quali fatali.

Primo fra tutti, uno dei più gravi disastri aerei accaduti negli Stati Uniti, fu il volo American Airlines 191, a bordo del quale morirono 272 persone. Il 25 maggio 1979, subito dopo il decollo dall'aeroporto di Chicago, l'aereo si schiantò al suolo a causa della perdita di uno dei motori.

Era appena decollato anche il volo 191 della compagnia Comair, partito da Lexington, Kentucky, il 27 agosto 2006, quando si schiantò al suolo. Nell'impatto persero la vita le 49 persone a bordo. Il volo della compagnia aerea portoricana Prinair portava come gli altri due aerei il numero 191, quando il 24 giugno 1972 precipitò in fase di atterraggio.

Il più recente numero 191 ad avere avuto un incidente fu un volo della compagnia JetBlue, partito da New York con direzione Las Vegas. Dopo qualche ora il comandante fu chiuso fuori dalla cabina di pilotaggio in evidente stato di alterazione.

L'uomo aveva iniziato a parlare di "compiere un atto di fede" e di far schiantare l'aereo, ma per fortuna fu fermato e tutti i passeggeri sopravvissero.

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