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Il dramma dei cristiani d'Africa: "Jihadisti ci uccidono e le ong tacciono"

Joseph Fidelis ha criticato l'atteggiamento dell'occidente il quale sembra essersi girato dall'altra parte sulla persecuzione dei cristiani in Nigeria: "Qui ci attaccano, solo Dio può aiutarci"

Il dramma dei cristiani d'Africa: "Jihadisti ci uccidono e le ong tacciono"

Un’Europa politicamente corretta che non si occupa dei cristiani perseguitati e che, per timore di essere etichettata islamofoba, si gira dall’altra parte.

Una descrizione del genere del vecchio continente non arriva questa volta da una critica interna alla stessa Europa, bensì da un sacerdote nigeriano impegnato con i suoi fedeli ogni giorno a vivere la faticosa quotidianità del più popoloso paese africano.

Padre Joseph Fidelis è in prima linea con i cristiani in una delle regioni nord della Nigeria, le più minacciate dai fondamentalisti islamici di Boko Haram, il gruppo nato negli anni 2000 e che dal 2015 risulta affiliato all’Isis.

Intervistato da Lorenza Formicola su La Verità, è stato proprio padre Joseph a parlare della situazione che vivono i suoi fedeli e di come, in primo luogo, i cristiani in Nigeria si sentano abbandonati soprattutto da quell’Europa che predica tolleranza e rispetto a fasi alterne.

“A livello globale c’è il timore di essere etichettati come islamofobi – ha risposto il sacerdote nigeriano alla domanda sul perché in occidente non si interviene – Così, piuttosto che combattere le forme di intolleranza e discriminazione religiosa, l'Europa e l'America sono cadute preda del cliché di essere viste come islamofobe”.

“Il problema è il politicamente corretto – ha poi continuato padre Joseph – I leader politici e le grandi organizzazioni globali evitano di denunciare il crimine e condannare il terrorismo, e così facendo stanno diventando indifferenti, mentre fingono di promuovere la globalizzazione”. In poche parole, si ha paura di dire la verità in quanto si è più attenti a non passare per islamofobi: “Senza dubbio ogni religione può scadere nell' estremismo – si legge ancora nell’intervista al parroco nigeriano – ma l' oppressione delle minoranze e l' esclusione dell' altro è l'attività preferita dei gruppi islamici. Basta guardare all'Isis, Al Qaeda, Boko Haram, Al Shabab. Le principali organizzazioni terroristiche hanno nell'Islam la loro origine. Detto ciò, ci saranno anche musulmani moderati, ma credo che se della persecuzione ai cristiani si evita di parlare, è perché si teme di essere mal visti”.

La situazione nella sua diocesi viene descritta come molto grave. In questa parte settentrionale della Nigeria non ci sono soltanto i problemi di natura economica e sociale che si riscontrano in tutto il paese africano. Qui, dove Boko Haram ad un certo punto ha controllato un territorio grande quanto il Belgio, padre Joseph racconta come il pericolo non è soltanto dato dall’estremismo islamico ma anche da una certa discriminazione della minoranza cristiana.

“I cristiani, specialmente nella parte settentrionale del Paese, sono emarginati, perseguitati, aggrediti fisicamente – ha raccontato il sacerdote – Trattati con disprezzo, privati di alcuni diritti a scuola, nella società, nella quotidianità. Per noi è una sfida costante per la sopravvivenza e le cose stanno peggiorando”.

Dall’Europa e dall’occidente in generale però, nessun segnale e nessuna concreta promessa di aiuto per la protezione dei cristiani presenti in questa parte del continente africano.

E così, alla domanda su chi potrà proteggere i fedeli di religione cristiana, padre Joseph ha risposto in maniera tanto lapidaria quanto chiara: “Solo Dio può proteggere i cristiani nigeriani. Troppo pochi sono disposti a fare qualcosa per noi”.

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