Cronache

Difende sua figlia da un ladro: il giudice condanna il padre

Sorprende il ladro in casa e lo picchia. Si fa sette mesi ai domiciliari e paga il risarcimento. Il bandito è libero

Difende sua figlia da un ladro: il giudice condanna il padre

Il ladro rom libero di passeggiare in centro a Firenze. L'uomo che ha difeso la sua famiglia dal furto costretto a passare sette mesi ai domiciliari e a risarcire il nomade con 1500 euro. Questa storia fa riflettere e spiega tante pieghe della giustizia di casa nostra che spesso sta dalla parte sbagliata. Lui, il protagonista di questa triste storia, si chiama Simone P., ha 50 anni e ha difeso la sua famiglia da un furto in casa circa due anni fa: "Era il 17 agosto del 2015, due anni fa. Tornavo dal mare con la mia bambina, che allora aveva dieci anni, e dopo aver preso un gelato in piazzale Michelangelo intorno a mezzanotte arriviamo a casa. Entriamo, lei va verso il bagno e improvvisamente comincia a urlare. C'era una persona, un ladro, avrà avuto tra i venti e i venticinque anni. Un rom. Lui mi spinge per scappare, e io non ci ho più visto. Ho pensato solo alla ragazzina, ai pericoli che poteva correre", spiega il cinquantenne a Libero.

Poi l'uomo racconta il contatto fisico con quel rom. Dopo anni di calcio storico fiorentino e pugilato, ha picchiato con furia il nomade: "E d' altronde che cosa ne so di quello che poteva avere in mano? Allora sono partito col sinistro, poi con il destro, gli ho spaccato subito il setto nasale, gli ho buttato giù un paio di denti e lui è finito per terra. Intanto i vicini stavano chiamando la polizia". Il tutto per il legittimo diritto di difendere casa sua e soprattutto sua figlia di dieci anni che è rimasta sotto choc: "Mia figlia è rimasta traumatizzata". Fin qui quanto accaduto. Ma adesso, come ricorda sempe su Libero, Cruciani, arriva la tremenda beffa della giustizia italiana. Ed è la stesso cinquantenne fiorentino a raccontare quanto accaduto: "Ho subìto un processo per lesioni aggravate, il rom si è presentato in carrozzina in tribunale per intenerire il giudice, e in effetti ci è riuscito. Alla fine mi sono beccato una condanna di un anno e sei mesi con la condizionale, e sette mesi li ho passati agli arresti domiciliari. Oltre a questo, tremila euro di danni, e per fortuna il mio avvocato è riuscito a ridurre il risarcimento a 1500 euro. Che comunque gli ho dovuto dare". E proprio qualche giorno fa l'uomo ha incontrato il bandito tranquillo per strada a Firenze. Simone non ha voluto fare ricorso in appello, non voleva avere più niente a che fare con questa storia.

A pesare probabilmente la batosta ricevuta da quella giustizia che pensava stesse dalla sua parte.

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