- improvvisamente, visto che Macron ha chiesto di non “umiliare la Russia”, e Draghi s’è accodato, tutti i nostri commentatori si accalcano a dire che “inviare armi” non è l’unica soluzione. Ma che bisogna cercare un negoziato. Che poi è sostanzialmente quello che invocano da tempo alcuni di quelli che, troppo rapidamente, sono stati gettati con infamia nel calderone dei “putinisti”
- mi viene l’orticaria per questo titolo: “Siri l’imputato torna consigliere di Salvini”. Il leghista è a processo a Roma e indagato a Milano, ma per la Costituzione è innocente fino a prova contraria. Ditemi, amici del Fatto, per quale stramaledetto motivo dovrebbe dimettersi?
- la Germania ha fatto sapere all’Ucraina che sosterrà la sua adesione all’Unione europea, ma “senza scorciatoie”. Lo stesso pensa Macron, che non vede spazi per affrettare i tempi. Una doccia fredda, ma c’è un motivo, signori miei: i veri leader guardano al futuro, non solo al contingente. E portare in Europa un Paese con lacune democratiche, inciampi economici e una guerra nei suoi territori è un rischio che non possiamo correre. Oppure tra 10 anni vogliamo trovarci qui, di nuovo, a lamentarci per la troppo rapida integrazione di Stati non del tutto pronti?
- l’Oms critica la Cina per la sua ricerca del “covid zero” (tanti lockdown, pochi vaccini) e Pechino come risponde? Blocca il direttore Ghebreyesus dai social cinesi. Ovviamente tutti grideranno alla censura, e hanno ragione. Però vorrei far notare che è più o meno lo stesso che abbiamo fatto noi con Donald Trump (e non solo)
- sull’adunata degli Alpini si scontrano due esagerazioni. Quelle di chi condanna gli “orchi” senza processo e senza appello. E quella di chi difende i porcelloni ad ogni costo. La verità è che catcalling, mani allungate, fischi e proposte oscene ci sono state con ogni evidenza. Però fare di tutta l’erba un fascio è sciocco: quelli non sono Alpini, sono cretini
- la democrazia vince, pure quando non piace. Siamo a Prato allo storico convitto dei Cicognini dove ogni anno si svolge il ballo del liceo. Le rogole vogliono che in pista scendano, agghindati con l’abito buono, coppie formate da maschio e femmina. Niente gay e lesbiche. Apriti cielo: tutto il can can è esploso sui giornali e ha trasformato il liceo in un gruppo di omofobi, costringendo la preside ad aprire all’inclusività il format dei balli di sala. Peccato che sull’argomento l’assemblea di istituto si era già espressa contro a novembre. E adesso un sondaggio online certifica: il 50,1% degli studenti vuole mantenersi legato alla tradizione. Lo vogliamo dare ascolto alla maggioranza, o abbiamo perso l’abitudine?
- non dovrebbe stupirci, ma comunque è curioso.
Il presidente dei cronisti ucraini ha “ammesso” che Zelensky, il governo e tutto il suo entourage hanno imposto delle regole ai media che - sostiene - impongono dei “limiti”. Niente di scandaloso, ma che si sappia: la propaganda russa corre, ma pure Kiev non ne è immune- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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