Don Marino Genova condannato per abusi ma continua a esercitare il ministero

Condannato in Appello per abusi, Don Marino Genova continua a esercitare il ministero; parrocchia e Diocesi chiamate al risarcimento danni in Cassazione

Don Marino Genova condannato per abusi ma continua a esercitare il ministero

Nonostante l'impegno di Papa Francesco contro la pedofilia nella Chiesa, ci sono ancora alcuni dettagli che meriterebbero di essere verificati con maggiore attenzione. Lo dimostra il caso di don Marino Genova, il parroco condannato nel 2019 a 6 anni di reclusione dalla Corte d'Appello di Campobasso per aver abusato di una ragazzina per anni, facendo leva sull'ascendente di cui godeva su di lei.

Oggi, come riporta Il Messaggero, don Marino Genova continua a svolgere il ministero sacerdotale, solo non più in Molise ma nel Lazio, dove la Curia l'ha trasferito. Attualmente si trova nella zona Subiaco, un piccolo borgo di ancestrale memoria dell'area metropolitana di Roma ai piedi dei Monti Simbruini. A rivelarlo sono state alcune foto rimbalzate sul web di recente, scattate dai fedeli della zona, che ne hanno segnalato la presenza. Gli abusi compiuti sulla ragazza, oggi 25enne, risalirebbero al periodo che va dal 2009 al 2012. La giovanissima, cresciuta senza il padre, vedeva in don Marino Genova una figura maschile di riferimento e il prete pare si approfittò dell'estrema fiducia che la ragazza gli aveva concesso. L'assenza di un padre nella sua vita avrebbe reso la minore vulnerabile agli attacchi sessuali del prete, esposta ancor di più rispetto alle sue coetanee.

Già da tempo gli avvocati della ragazza hanno fatto formale richiesta alla diocesi di Termoli-Larino e alla Congregazione della Fede per ottenere gli atti processuali nonché i provvedimenti assunti dalla Chiesa nei confronti di don Marino Genova, oggi sessantacinquenne. Nonostante l'atto formale notificato alla diocesi competente, i legali sono ancora in attesa di entrare in possesso dei documenti, senza aver mai ottenuto nessun riscontro. Eppure, la richiesta degli avvocati è legittima sulla base della riforma attuata da Papa Francesco in tema di processi canonici.

Il Santo Padre, infatti, ha modificato le leggi in modo tale che i legali delle vittime possano visionare ed entrare in possesso di tutti gli atti processuale di prima e seconda istanza in funzione dell'abolizione del segreto pontificio. Questa riforma è attuabile esclusivamente per i casi di abusi sessuali.

"Ho sofferto in modo assurdo. Diventare consapevole di quello che mi è stato fatto è stato un trauma enorme, insuperabile, qualcosa di talmente malvagio da essere difficile da descrivere. All'epoca dei fatti avevo solo 13 anni" , dice la giovanissima, determinata a portare avanti la sua battaglia anche nel nome delle altre vittime di abusi. La prossima udienza è fissata per il prossimo 17 settembre per in Cassazione. L'obiettivo della vittima e dei suoi avvocati è quello di veder riconosciuta la responsabilità civile della Parrocchia del sacerdote e della diocesi Termoli-Larino. Tramite l'atto di costituzione in mora, i legali puntano a ottenere il risarcimento completo per i danni morali, biologici ed esistenziali cagionati dalla condotta di don Marino Genova.

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