La droga come "cibo": in sei ai domiciliari

L'inchiesta dei carabinieri tra Campania e Basilicata, finiscono ai domiciliari sei pusher. Nel loro codice l'eroina era "carne", la cocaina "pesce"

La droga come "cibo": in sei ai domiciliari

Ordinavano droga come fossero al ristorante, l’eroina era “carne”, la cocaina invece “pesce”. Nonostante l’originale linguaggio in codice, però, sono stati scoperti e sono finiti ai domiciliari sei pusher sull’asse tra Salerno e la Basilicata.

L’operazione porta la firma dei carabinieri di Potenza che hanno scoperto il giro di spaccio. In sei sono finiti ai domiciliari, un 24enne di Salerno e altri cinque presunti pusher potentini, di età compresa fra i 34 e i 51 anni. Secondo l’inchiesta, i lucani ordinavano al loro riferimento campano le dosi di droga utilizzando un gergo abbastanza originale, tanto da indurre gli inquirenti a ribattezzare “Restaurant” l’intera operazione. Identificavano come “carne” le dosi di eroina e preferivano riferimenti “ittici” per indicare la cocaina. In altre occasioni, però, avrebbe scelto di paragonare la “roba” alle ragazze: la “bruna” per l’eroina e la “bionda” per la coca.

Fissati gli appuntamenti “un caffé dopo mangiato”, gli indagati si sarebbero incontrati in alcuni comuni della

Campania con il “gancio” salernitano e poi avrebbero a loro volta venduto agli assuntori della provincia di Potenza la droga acquistata. Gli episodi contestati ai sei indagati risalgono al periodo che va dal 2016 al 2017.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica