Due cose su di noi

Può sembrare antipatico parlare di noi nel giorno che tutta l'Italia è in ginocchio. Penso però che proprio quando si devono affrontare grandi difficoltà la chiarezza va fatta prima in famiglia, e voi lettori da sempre siete la nostra famiglia

Due cose su di noi

Può sembrare antipatico parlare di noi nel giorno che tutta l'Italia è in ginocchio. Penso però che proprio quando si devono affrontare grandi difficoltà la chiarezza va fatta prima in famiglia, e voi lettori da sempre siete la nostra famiglia. Bene, per tutelare la nostra salute ed evitare contagi qui dentro e nelle nostre case, abbiamo avviato tutte le procedure di autotutela. Per il secondo giorno in questo palazzo di sei piani di via Negri a Milano che è la storica sede de «Il Giornale» stiamo lavorando in dieci (contro il centinaio abituale tra giornalisti, tecnici e impiegati) ben distanziati uno dall'altro. Tutti gli altri colleghi sono a casa connessi via internet.

È una cosa che non ha precedenti e pensavo fosse impossibile mandare in edicola un giornale decente in queste condizioni. Invece è accaduto, non chiedetemi come (i direttori sono come i mariti, sempre gli ultimi a sapere e capire che cosa succede in casa propria) ma è accaduto. Evidentemente questa redazione sgangherata, non esente come tutte da debolezze e casi strani, è una grande redazione e lo sta dimostrando in queste ore nonostante i sacrifici economici imposti dalla crisi dell'editoria ben prima del Coronavirus. Penso che i padri fondatori tutti nobili del giornalismo sarebbero per una volta orgogliosi dei loro successori.

Credetemi, non è facile fare un giornale a distanza e a compartimenti stagni. Bisogna tirare fuori tutte le competenze e tutta la passione di cui si dispone ed è quello che sta avvenendo. Grazie quindi a quel manipolo di incoscienti che si assume qualche rischio stando in sede a dirigere il traffico con mascherine e guanti; grazie a chi da casa si sta inventando un nuovo mestiere; grazie agli organi sindacali che hanno capito il momento, ai tecnici che ci pilotano decimati in edicola. E grazie all'editore Paolo Berlusconi e alla sua famiglia che stanno affrontando ulteriori sacrifici per permettere tutto questo. Un abbraccio al nostro vicedirettore Nicola Porro, colpito ma non affondato dal virus.

E adesso tocca a voi, cari lettori, decidere se premiare questo sforzo continuando a comprarci

e seguirci nonostante le difficoltà e le restrizioni imposte. Sappiamo che non è facile in questi giorni raggiungere un'edicola aperta. Se ci credete trovate il modo, non io ma questa straordinaria squadra lo meriterebbe.

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