Coronavirus

E la libreria di casa diventò una star tv

Regole per un buon collegamento in diretta tv, in ordine progressivo di importanza: avere qualcosa da dire, potere contare su una buona connessione internet, disporre di una significativa libreria alle spalle

E la libreria di casa diventò una star tv

Regole per un buon collegamento in diretta tv, in ordine progressivo di importanza: avere qualcosa da dire, potere contare su una buona connessione internet, disporre di una significativa libreria alle spalle. In epoca di lockdown e di interventi televisivi da casa, la libreria sullo sfondo è fondamentale. Un po' perché i libri - come si dice - «arredano», un po' per sfoggiare la propria cultura, un po' perché (già: ma perché?) lo fanno tutti. Datemi una libreria, e vi dirò chi siete. Fenomenologia della libreria domestica: da quali libri avete, quanti, e soprattutto come sono disposti, si può capire tutto della vostra personalità. Attenti, quando vi mettete in posa. Lo sfondo è il vostro volto.

L'altra sera a Propaganda Live Enrico Letta è comparso collegato da casa con alle spalle una minilibreria in cui spiccava una collezione di Topolino, il cubo di Rubik e il Subbuteo. Se non fosse la camera del figlio (può darsi), si capirebbe molto, psicologicamente, del perché si è fatto fregare da Matteo Renzi, che nei collegamenti appare spesso in una sala con preziose librerie e lampade di design. L'onestà intellettuale di apparire per quello che sei, non paga. La scenografia, in questi casi, è tutto. Com'era la storia di quelli che si comprano le librerie a metri per arredare il salotto?

Leggere i libri non serve, l'importante è sistemarli bene. Scorrendo l'archivio online delle trasmissioni degli ultimi mesi di La7 o di Mediaset, Sky o Rai, tanto è uguale, spiando alle spalle dei vari ospiti si scoprono vere psicopatologie bibliofile. Molto rivelatrici.

Intanto nessuno oserebbe farsi vedere senza uno straccio di scaffale alle spalle, a meno di non essere uno scrittore riconosciuto, e semmai optare per un prezioso vaso di Richard Ginori, molto radical chic, come Gianrico Carofiglio. Gli unici altri che appaiono senza libreria sullo sfondo sono o quelli che i libri li leggono davvero (l'ex ministro Giulio Tremonti, molto snob, o il sindacalista Maurizio Landini, molto triste), oppure Matteo Salvini. Nelle migliaia di ore in collegamento tv al tempo del virus, il leader della Lega non è mai apparso - un vero record - con un libro alle spalle. Si segnalano invece: foto dei figli, statuetta di Alberto da Giussano, matrioske, gagliardetti di tutti i corpi esistenti delle forze di polizia italiane, un vecchio telefono a gettone, vasi, medaglie e un Dylan Dog.

Per il resto, è un chilometrico, narcisistico sfoggio di librerie: Ikea (Fabio Vitale di Sky Tg24), minimal (la regista Cristina Comencini, un po' freddina), boiserie su misura (Romano Prodi), fai-da-te (Vito Crimi, terribile, anche un po' storta), di ispirazione provenzale (una giornalista di Repubblica con i libri della Ferrante e di Saviano...), in noce massello (Corrado Augias, pesantissima, come lui), costellate di foto in costosissime cornici d'argento (Mario Monti, alla faccia della spending review), finte (tutti i direttori di giornale in redazione)... Viene in mente la gag di Gene Gnocchi che parlava in collegamento tv con il cartonato di una parete di libri appeso alle spalle come uno zaino.

La cultura pesa. Ed è bene farla pesare, a chi guarda da casa. La libreria di Massimo Cacciari che si scorge in tv è imponente, e incute timore e tremore: come fai a dare torto in una discussione a uno che in una sola inquadratura ti squaderna mezza storia del pensiero occidentale, nelle migliori prime edizioni, ordinate secondo rigorosissimo metodo detto «del seminario tedesco»? Anche quella dell'economista Tito Boeri è monumentale, come il nostro debito pubblico: comunque la disposizione dei volumi è molto elegante, quel fintamente casuale che colpisce (bella la foto di Moravia e Pasolini in prima fila). Bocciata la libreria di Massimo Giannini, peraltro in un angolo innaturale per disporre una scrivania... potrebbe essere una fake... comunque i libri ordinati per editori e per collane, di qui tutti gli Adelphi, di là tutti i Supercoralli Einaudi, non si possono vedere. Almeno Silvio Berlusconi, che dettò la linea col suo video della discesa in campo, li aveva tutti, gli Einaudi. Essendosela comprata. È questione di stile.

Ormai, vista la richiesta, si vendono su Internet anche virtual background con libri a tappezzeria, ottimi per videoconferenze e videochiamate. E ormai nelle dirette Skype ha una libreria alle spalle anche Antonio Cassano.

Certo, c'è da sbizzarrirsi. La libreria disordinata e un po' sciatta di Simona Bonafè forse è indice della confusione nella linea politica del Pd. La biblioteca affastagliata del giurista Sabino Cassese è di quelle in cui trovi una risposta precisa a tutto, se - come lui - sai dove cercarla. Beppe Severgnini, narcisista anche nella libreria, dietro di sé ha le copertine incorniciate dei suoi libri. Il professor Roberto Burioni ha il suo libro (ma i guadagni vanno in beneficenza...). E, a proposito di scienziati&virologi, da segnalare quella, non si sa se più melanconica o più spartana, di Ilaria Capua: con più vuoti che pieni. Come le risposte della Scienza. I voluminosi coffee table books di Massimo Galli, del Dipartimento malattie infettive del Sacco di Milano, invece, tra impressionanti monografie di Dürer e edizioni di lusso sulle porcellane cinesi, fanno il paio con i consigli che vanno per la maggiore oggi: bellissimi, ma inutili.

E, poi: ma voi vi fidereste del parere di una, come Maria Rita Gismondo, direttore del laboratorio di Macrobiologia Clinica del Sacco, che dietro alla scrivania ha l'opera omnia di Roberto Gervaso? Almeno il prorettore dell'Università Bocconi Francesco Billari ha un biliardino... Tutto sommato, mai come adesso, una bella parete bianca ha il valore di una giacca blu con pochette nel guardaroba.

Va bene su tutto.

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