Ecco la "buona scuola" Dalla "b" di bluff alla "s" di scontenti

Riforma al via con la grancassa dei media amici del premier. Ma a bocciare il piano è perfino la moglie di Renzi (anche lei insegnante)

Ecco la "buona scuola" Dalla "b" di bluff alla "s" di scontenti

Il «Minculpop» attivo nei media, oggi saluta l'evento come una svolta storica. Roba che neppure ai tempi del Dux. Ma se ai tempi di Mussolini «i treni arrivavano in orario», ora - nell'epoca di Renzi (Rex) - le «veline» giunte in redazioni caldeggiano la pubblicazione di pezzi che esaltino il «nuovo corso scolastico». Peccato si tratti, in gran parte, di un gigantesco bluff. Per smascherarlo basta andare a «vedere» le carte in mano al premier, capace anche nell'impresa di cancellare nome e volto del ministro della Pubblica istruzione da tv e giornali.

Il ministro dell'Istruzione - giusto per la cronaca - si chiama Stefania Giannini, anche se gli italiani (compresi docenti e studenti) lo ignorano. Ultima sua nefasta apparizione: la foto in topless nella scorsa estate. Un'immagine che l'ha scottata. Definitivamente. Oggi tornerà in pista solo per dovere d'ufficio. Con l'«Istituto Luce» dell'informazione che ne celebrerà le virtù. Ma la realtà della presunta Buona scuola è ben diversa; buona cosa è smascherarne le tante bugie. Ecco le principali.

PRECARI «DEPORTATI»

Il governo canta vittoria: «Siamo al 93% di “sì“ su un totale di 8.776 proposte di nomina inviate ai docenti che partecipano alla fase B del piano assunzioni». Ma il sospetto è che si tratti i una vittoria di Pirro. In quanto, «deportazione» o non deportazione, la maggior parte degli insegnanti ha ragionato secondo il famoso detto «meglio l'uovo oggi che la gallina domani». E così ci si è spostati in massa (non senza delusione e sconforto) dal Sud al Nord. Ma i docenti meridionali - complici una serie di norme ancora in vigore - hanno più di una scappatoia per tentare l'operazione «controesodo». La domanda è allora: che senso ha costringere a salire in cattedra - in scuole a migliaia di chilometri da casa e famiglia - docenti che sono già scontenti al loro primo giorno di lavoro? Si tratta di un «vittimismo» giusto? Forse no. Ma certo comprensibile per chi, con poco più di mille euro al mese, dovrà vivere lontano dai propri affetti e - particolare ancora più «preoccupante - pagarsi vitto e alloggio.

LADY RENZI CONTRO IL MARITO

A questo proposito non mancheranno di destare polemiche alcune dichiarazioni rilasciate dalla moglie di Matteo Renzi: Agnese Landini, la prof di Italiano e Latino che si è vista riconfermare per il secondo anno consecutivo, l'incarico presso l'Istituto «Balducci» di Pontassieve. È stato chiesto alla signora Renzi che cosa avesse fatto se la supplenza, anziché capitare a pochi metri da casa, fosse stata più lontana. La risposta: «Le mamme sanno cosa vuol dire stare lontano dai figli - confessa la moglie del premier - sarei stata costretta a rinunciare all'incarico». Standing ovation da parte di tutte le donne lavoratrici. Ma una brutta «schiacciata» sulla testa del marito, reduce dalla finale tutta tricolore degli Us Open, dove perfino la trionfatrice Pennetta ha detto che «rinuncerà per la famiglia».

BIDELLI SUL PIEDE DI GUERRA

Gli esegeti della Buona scuola tessono le lodi di un'istruzione «moderna e al passo con i tempi». Come no... peccato che 8 scuole su 10 cadano a pezzi e siano - formalmente - inagibili. Dettaglio da nulla per chi blatera di «giornate di “pratica“ in ufficio e nelle aziende (ma quando mai? ndr). Più ore di lingua straniera, arte, musica, diritto, economia e discipline motorie». Ma il libro dei sogni prosegue con «scuole aperte anche il pomeriggio, grazie all'intervento delle associazioni (quali? ndr)». Senza contare che i bidelli hanno già detto che di prolungare l'orario di lavoro non ci pensano minimamente.

CIFRE TAROCCATE

Gli esperti del Miur - tra un'esaltazione e l'altra - mettono però le mani avanti: «Quello che sta iniziando sarà molto probabilmente un anno di rodaggio, in attesa che i cambiamenti previsti dalla riforma Renzi-Giannini vadano a regime». Tradotto: i problemi resteranno quelli di sempre. Anche se Renzi (e il fantasma della Giannini) assicurano: «Sulla base di quanto previsto dalla nuova normativa, inoltre, i ragazzi dell'ultimo triennio dei licei, dei tecnici e dei professionali già da quest'anno dovranno svolgere 200 o 400 ore in alternanza scuola-lavoro».

TUTTO «SULLA CARTA»...

Al via - sulla carta (e sottolineiamo «carta») - «anche laboratori territoriali per l'innovazione e il lavoro: il ministro ha firmato in questi giorni il decreto che stanzia 45 milioni di euro per la loro attivazione. La norma prevede che vengano attivati da reti di almeno tre scuole e in collaborazione con un ente locale e un ente pubblico».

TONER... E CARO LIBRI

Da quest'anno, inoltre, la Buona scuola «invita (manco fosse una persona in carne ed ossa ndr) gli istituti a rimanere aperti più ore: nell'ambito dell'autonomia scolastica e su iniziativa di associazioni e Terzo settore, le scuole potranno accogliere i ragazzi anche nei pomeriggi e nei periodi di sospensione della didattica». E poi: «Con il raddoppio del “fondo di funzionamento per le scuole“ (qui siamo a burocratese puro ndr) ogni istituto dovrebbero arrivare più fondi per acquistare toner per le stampanti, carta e altro materiale didattico. Intanto i prezzi dei libri sono aumentati del 30 per cento.

STUDENTI AL POSTO DEI PROF...

Segnatevi questa: «Nel corso dell'anno,

inoltre, i ragazzi delle superiori potrebbero già cominciare a prendere parte al Comitato di valutazione degli insegnanti». Studenti che «danno i voti» ai prof. Viva la scuola di Pierino. Magari con Alvaro Vitali preside.

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