Cronache

Ecco il lavoro da 4 mila euro al mese proibito agli italiani

La Cattedrale di Lugano ha pubblicato un bando per trovare un nuovo sagrestano, ma nell'annuncio non vengono specificate cose molto importanti

Ecco il lavoro da 4 mila euro al mese proibito agli italiani

La Cattedrale di San Lorenzo a Lugano ha pubblicato un bando per selezionare un nuovo sagrestano, ma gli italiani non sono graditi.

La Chiesa ha deciso di fare le cose in tutta trasparenza per questo ha pubblicato un annuncio per cercare una figura professionale da inserire immediatamente. Ma questo annuncio non sembra così tanto trasparente. Infatti, nel testo vengono soltanto specificate alcune caratteristiche necessarie. Don Aldo Aliverti, incaricato a selezionare il personale, è stato sommerso dai curricula, ma la maggior parte sono da scartare perché arrivano dal nostro Paese. Sì proprio così, il posto non è disponibile per gli italiani. Ma questo non era stato specificato.

In centinaia, quindi, si stanno candidando, inutilmente, per questo posto di lavoro perché lo stipendio è davvero invitante: 3800 euro netti al mese, un sogno in questi tempi. Il caso di Lugano sta facendo parecchio discutere, soprattutto i residenti nelle province di Como e Varese. Per loro questo posto di lavoro sarebbe un'occasione unica, peccato che l'annuncio non sia assolutamente rivolto agli italiani.

Ecco il bando 'incriminato': "Cercasi un/a segrestano/a a tempo pieno, preferibilmente cattolico/a di confessione, ma non per forza. Salario mensile di 4200 franchi (3800 euro, appunto). Il candidato ideale deve avere un profilo irreprensibile e una certa predisposizione per i lavori manuali. La struttura della Cattedrale richiede molta manutenzione". Nell'annuncio non compare nessuna specificazione sulla nazionalità del perfetto dipendente e quindi i cittadini italiani si sono candidati.

Ma il sacerdote spiega che il posto è riservato ai soli svizzeri. "Nessun pregiudizio xenofobo. È una questione di praticità.

A prescindere dalla nazionalità, è ovvio che l’impiego in questione presuppone una residenza in loco per motivi pratici e logistici" - ha spiegato Don Aliverti.

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