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Ecco "l'orologio di cittadinanza". A sinistra il lusso diventa peccato

Nell'era del politicamente corretto imperante, qualcuno potrebbe anche chiamarlo watch shaming. L'insulto e la discriminazione in base all'orologio.

Ecco "l'orologio di cittadinanza". A sinistra il lusso diventa peccato

Nell'era del politicamente corretto imperante, qualcuno potrebbe anche chiamarlo watch shaming. L'insulto e la discriminazione in base all'orologio. Ma noi ce ne guardiamo bene. I fatti: Roman Pastore è un ventunenne candidato alle comunali capitoline con Carlo Calenda. Il giovane è finito al centro delle polemiche per una serie di foto in cui sfoggia un costoso orologio. «Ha un Rolex al polso», ha tuonato indignata la stessa sinistra che per anni ha difeso a spada tratta le barche a vela di Massimo D'Alema, gli arsenali di cashmere quadruplo filo e i tre Warhol di Bertinotti (che però rappresentano il faccione di Mao e quindi vanno bene e sono proletari comunque). Tra l'altro l'orologio di Pastore, per amor di precisione, era un Audemars Piguet e quindi pure più caro di un medio Rolex (vi tranquillizziamo: ne ha uno anche di quelli). Ma l'importante è attaccare Calenda e il suo giovane candidato. Che poi Calenda non ha esattamente il physique du rôle di un borgataro, non è mica Che Guevara. Il quale per altro sfoggiava un bellissimo Rolex gmt e il suo compagno Fidel, si narra, ne portasse addirittura due contemporaneamente. Ma c'era un motivo squisitamente politico e sociale, era una necessità: su uno aveva l'ora di Cuba e sull'altro quella di Mosca. Dictature online. Dal Che a Fedez l'immarcescibile mito del comunista col Rolex. Che poi lo avranno anche i fascisti, i liberali, i socialisti e persino i sovranisti. Ma almeno loro non rompono le scatole a chi lo ha.

I vezzi radical chic, evidentemente, possono permetterseli solo i compagni duri e puri. Se hai il Capitale sopra il comodino puoi girare in Porsche con i polsi foderati da costosi segnatempo. Se sei anche solo di centrosinistra e magari sei affetto da una lieve forma di liberalismo vieni subito lapidato.

Così il povero Roman Pastore, non essendo affatto povero, è finito nel mirino di quella sinistra che si nutre di invidia e odio sociale. E via con insulti di ogni genere a partire dal classico «figlio di papà», qualità che tecnicamente possediamo tutti, ma che in questo caso è pure una gaffe, dato che il padre di Pastore è morto, lasciandogli appunto quegli orologi in eredità. Una tempesta di improperi di ogni genere su un ragazzino che ha commesso l'errore di mostrare un orologio di valore. Perché per un certo Pd e una buona fetta dei Cinque Stelle il lusso è una colpa, il successo un reato e i soldi - quelli degli altri, non i loro - sono una vergogna. Il paradosso è che quelli che hanno messo alla gogna Pastore, sono gli stessi che ogni giorno fingono di battersi contro ogni tipo di discriminazione e per la difesa dei diritti di chiunque. E poi sono sempre in prima fila a insultare e discriminare: troppo impegnati a vedere cosa si porta al polso per interessarsi a cosa uno ha nella testa.

Ma comunque: hasta el Rolex siempre! E pure l'Audemars Piguet.

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