Cronache

Ecco perché sulle Alpi la neve è colorata di rosso

La sabbia del deserto, trascinata dalle correnti, ha raggiunto non solo le Alpi ma anche Francia, Svizzera e Germania. Il fenomeno, per quanto suggestivo, ha un aspetto negativo

Ecco perché sulle Alpi la neve è colorata di rosso

Per un paio di giorni la candida neve che ricopre le Alpi si è dipinta di un insolito colore rosso. Tutto merito di quella che in gergo tecnico si chiama "saccatura", una zona di bassa pressione che in certe condizioni permette di trasportare minuscole particelle di polvere anche a migliaia di chilometri di distanza.

La spiegazione scientifica, però, nulla toglie all’immensa suggestione provocata dal fenomeno atmosferico. Fin dall’alba dello scorso sabato i paesaggi alpini avevano assunto sembianze più marziane che terrestri, grazie ad un cielo greve con venature giallastre ed alla neve tinta di rosso dalla polvere del Sahara. Polvere che ha valicato i confini italiani spingendosi anche in Francia, Svizzera e nel sud della Germania.

In un articolo per la Stampa, Daniele Cat Berro, meteorologo e ricercatore di Nimbus, ha spiegato che tramite un’analisi che ricostruisce i percorsi delle correnti a diverse altezze nei giorni precedenti è emerso che il fenomeno è diretta conseguenza di vigorosi venti nord-africani, come il libeccio e lo scirocco, che hanno sollevato dalle aride lande tra Algeria, Marocco e Mauritania migliaia di tonnellate di fini particelle di suolo desertico. Questi corpuscoli in tre giorni hanno viaggiato per circa 3mila km verso Nord-Est fino a quando sono state inglobate nelle nubi. Le particelle, infine, hanno concluso il loro lungo viaggio ricadendo a terra con le precipitazioni.

Un fenomeno naturale addirittura utile per gli ecosistemi: la caduta di polvere del deserto, infatti, fertilizza il terreno apportando buone quantità di fosforo, fondamentale per lo sviluppo delle piante. Un aspetto negativo, però, non manca. Le precipitazioni sporcano la neve: quest’ultima, di conseguenza, assorbe maggiormente la radiazione solare che ne accelera lo scioglimento. Il tutto è dimostrato da uno studio recente intitolato "Saharan dust events in the European Alps" dell’Università di Milano condotto a Torgnon, in Val d’Aosta: dalla ricerca si è capito che la presenza di queste polveri può anticipare anche di un mese la scomparsa primaverile del manto nevoso. Conseguenze anche per i ghiacciai che potrebbero risentire ancora più intensamente del caldo nei prossimi mesi.

Per fortuna nuove nevicate, questa volta più pulite, hanno ricoperto quel manto color rosso che si era depositato nel giorni scorsi sulle Alpi. Altre precipitazioni sono attese nelle prossime ore.

I fiocchi "colorati" sono destinati a sparire ma le emozioni provaste nel vedere cielo e terra dipinti da insolite tonalità resteranno per sempre nel cuore.

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