Un anno di pandemia non basta: cosa non sappiamo del Covid

Tante cose sono state scoperte mentre per altro c'è bisogno di tempo: quanto dura la protezione degli anticorpi? Che danni fa agli altri organi? Sparirà o rimarrà per sempre? Ecco le risposte di due esperti in materia

Un anno di pandemia non basta: cosa non sappiamo del Covid

Il nuovo Coronavirus, che altro non è che il virus Sars-Cov-2 o meglio conosciuto come Covid-19, ha sempre meno segreti e ogni giorno che passa aggiungiamo tante frecce al nostro arco per provare a sconfiggerlo, definitivamente, nel più breve tempo possibile.

Nonostante gli sforzi mai visti di Scienza e Medicina, tutti concentrati in una sola direzione da un anno a questa parte, è chiaro che esistono ancora lati oscuri o poco conosciuti di questo virus e delle dirette conseguenze ad esso imputabili. "Questo virus è comparso per la prima volta nel dicembre 2019 ed oggi, dopo un anno e due mesi, abbiamo conoscenze sostanziali della sua capacità di replicarsi, in che modo e dove causa un danno, abbiamo dei farmaci, abbiamo sistemi diagnostici all'avanguardia e abbiamo, udite udite, dei vaccini che vengono già somministrati alle persone un anno dopo la scoperta del virus": è questa la prima analisi di Carlo Federico Perno, Direttore di Microbiologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Professore di Microbiologia all'Università Medica Internazionale Unicamillus di Roma, che abbiamo sentito in esclusiva per il nostro giornale che si è, giustamente, tolto qualche sassolino dalle scarpe per alcune critiche dirette alla sua categoria. "Uno dei settimanali più in voga d'Italia ha titolato in prima pagina 'Perché gli esperti di Coronavirus non ci hanno capito niente': credo che un titolo di quella portata sia offensivo nei confronti di più di un milione di morti e degli sforzi fatti da tanti per capire cosa succede, travalica anche il buon senso e non risponde assolutamente alla verità dei fatti. Detto ciò, c'è ancora molto da imparare ma mai, nella storia dell'umanità, in un solo anno si è passati dall'arrivo di un nuovo virus alla disponibilità di un vaccino, questa è la cosa più importante che possiamo dire".

Cosa non sappiamo: i danni agli altri organi

Fatta questa doverosa e giusta premessa, abbiamo cercato di passare in rassegna ciò che il virus è ancora "bravo" a nascondere: per esempio, cosa accade quando il Covid colpisce altri organi oltre ai polmoni, suo bersaglio principale? "Il virus induce una malattia sistemica perché non colpisce soltanto i polmoni ma i meccanismi di danno di molti tessuti ed altri organi non li conosciamo - afferma il Prof. Perno - Sicuramente colpisce anche il cervello ma non sappiamo se i danni saranno perenni o se tendono a sparire, non abbiamo ancora informazioni di questo tipo". Abbiamo imparato a sapere che la proteina “spike” è quella che il virus utilizza per legarsi al recettore Ace2 attraverso il quale penetra nelle nostre cellule. "Non sappiamo gli effetti a lungo termine una volta guariti: il recettore Ace2 si trova su quasi tutti gli organi e, il danno d'organi sul long period, cioè a lungo termine, non lo conosciamo", ha affermato in esclusiva per ilgiornale.it un altro grande esperto in materia, il Prof. Massimo Ciccozzi, Responsabile di Epidemiologia dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.

Quanto durano gli anticorpi naturali?

È uno degli aspetti fondamentali di questa malattia che, ancora, non sappiamo con certezza: quanto durano gli anticorpi "naturali", quelli che il nostro organismo produce a seguito dell'infezione. "Un'altra informazione che ci manca è sapere quante delle persone che hanno avuto il Covid sono protette e lo saranno per tutta la vita come accade per morbillo, rosolia, poliomelite, quelle malattie che si prendono da piccoli e che non compaiono più", afferma Perno. Uno studio pubblicato sulla rivista Science afferma che l'immunità naturale dovrebbe durare all'incirca tra i sei e gli otto mesi, ma anche qui ci sono incertezze. "In realtà è un'estrapolazione, nel senso che è una media di tante situazioni diverse: i sei-otto mesi è una media tra chi è protetto poco e chi è protetto per più tempo. Non sappiamo nemmeno quante persone non prenderanno mai più il Covid, ammesso che rimanga, perché hanno un'immunità come per morbillo e rosolia che dura tutta la vita e quanti ce l'hanno come quella per l'epatite C che dura un periodo, si guarisce ma si può riprendere", sottolinea l'esperto microbiologo.
Ecco la "memoria".Tutto noi abbiamo i linfociti T della memoria, particolari linfociti in grado di ricordare un’infezione per decenni e di auto-attivarsi in caso di presenza dell’infezione, dando una risposta più veloce ed efficace. Se la stessa cosa funzionerà, o meno, anche per il Coronavirus è tutto da scoprire. "Di regola, le cellule conservano la memoria per cui, quando il virus si riaffaccia, il sistema immunitario dovrebbe essere più pronto a rispondere. Ma questo vale per tutti i virus: la memoria immunologica esiste da milioni di anni, non possiamo non considerarla ma in questo caso non abbiamo dati", afferma l'epidemiologo Ciccozzi.

Quanto durano gli anticorpi prodotti dal vaccino?

Un'altra domanda che abbiamo rivolto ai nostri esperti è quanto durerà la protezione offerta dai vaccini: anche in questo caso, però, è difficile avere certezze. "Non lo possiamo sapere perché non abbiamo i tempi di osservazione, servirebbe qualche anno ma è ragionevole pensare, sui dati disponibili degli anticorpi prodotti dal vaccino Pfizer e Moderna che conosciamo bene, che l'immunità sembra in grado di durare ben oltre i sei-otto mesi", ci dice il Prof. Perno. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ciccozzi, che sottolinea come sei mesi sembrano sicuri perché "è l'analisi ad interim da chi ha prodotto il vaccino. Per una durata maggiore si fanno varie ipotesi".

Quando avremo l'immunità di gregge?

La domanda, in questo caso, non riguarda propriamente il virus ma la nostra capacità di accelerare con le vaccinazioni: prima si faranno, prima arriveremo alla tanto sperata immunità che raggiungeremo soltanto quando sarà stato vaccinato un numero ben preciso di persone. "Non lo sappiamo perché non conosciamo la velocità del piano vaccinale ma sappiamo che, per raggiungere questo obiettivo, va vaccinata almeno il 75% della popolazione. Abbiamo già perso molto tempo visto quanto accaduto con Pfizer, Moderna e AstraZeneca", ci dice Ciccozzi. "Non lo può sapere nessuno ma abbiamo messo le basi affinché questo accada: c'è un numero di vaccinati che cresce nonostante le difficoltà di reperimento dei vaccini e credo che entro qualche mese avremo svariati milioni di italiani vaccinati se non decine, dipende come continuerà la fornitura" afferma il Prof. Perno. Bisogna tenere in considerazione che, oltre due milioni e mezzo di italiani (senza contare gli asintomatici mai scoperti) hanno già preso il Covid e saranno fondamentali per raggiungere l'immunità di gregge. "Chi ha già preso il Covid ha un'immunità non perfetta ma ragionevole, tant'è che non si riammalano -continua Perno - I due gruppi messi insieme, con il mantenimento di distanze e mascherine, renderà la vita difficile al virus. L'immunità di gregge non avviene dall'oggi al domani ma credo che ci sarà un lento ed inesorabile calo dell'infezione".

Esistono cure contro il Covid?

Come detto in apertura, quanto è stato fatto in un solo anno è straordinario. Sarebbe da stupidi pensare e pretendere che ci siano già cure ad hoc, nonostante tutti gli sforzi. "Ancora oggi non abbiamo farmaci classici veramente efficaci, non sappiamo quali sono gli antivirali classici. Adesso abbiamo gli anticorpi monoclonali che hanno dimostrato di avere un'efficacia notevole contro il virus ma non abbiamo farmaci a bassa dose molecolare come quelli che si usano quotidianamente per il diabete o per la pressione. Questo tipo di farmaco, contro il Covid, realisticamente non c'è - afferma il microbiologo - sono importanti perché costano di meno dei monoclonali, li può utilizzare anche il medico di famiglia. È una parte che ancora dobbiamo sviluppare".

Il Covid diventerà endemico o sparirà per sempre?

Se il Prof. Perno e il Prof. Ciccozzi, tra i più esperti in Italia nel loro settore, hanno sempre fornito risposte concordanti (a differenza di chi pensa che non ci sia uniformità di giudizio), un solo quesito li ha, per così dire, divisi: questo maledetto virus sparirà per sempre o ce lo porteremo dietro ancora a lungo? È ovvio che la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno e nessuno può essere in grado, oggi, di rispondere. Non esistono studi che possano dimostrare l'una o l'altra teoria ma soltanto opinioni, come anticipa lo stesso Prof. Perno. "Ci sono opinioni diverse tra gli esperti: per le caratteristiche di questo virus, è ragionevole pensare che tenderà a sparire come la Sars perché non ha, al momento, un serbatoio animale sul quale nascondersi. Qualcuno potrebbe dire che ci sono i pipistrelli ma lì c'è il padre del Sars-Cov-2, che non è il Sars-Cov-2 e non è detto che rifaccia il salto di specie - afferma il microbiologo - Questo virus infetta gli uomini, per un periodo lo ha fatto anche con i visoni ma adesso non ce n'è traccia, non ci sono serbatoi animali riconosciuti. È un tipo di virus che, se non replica nell''uomo tende a sparire. Questa è l'ipotesi di lavoro sui dati che abbiamo ma è chiaro che se il vaccino non funzionasse, tenderà a circolare. Di suo, comunque, non è destinato a restare", conclude.

L'epidemiologo Ciccozzi, invece, ci offre un'altra chiave di lettura. "L'ipotesi più probabile è che diventi endemico ma è un'altra cosa da vedere, è un'altra cosa che non sappiamo. A intervalli regolari, che possono essere 9 mesi, un anno o due anni le persone dovranno vaccinarsi. Dipende anche da quanto durerà l'immunità vaccinale sulle persone", ci dice l'esperto al quale abbiamo chiesto, se questo sarà il destino del Covid, cosa accadrebbe se circolasse sempre in mezzo a noi. Da endemico sarebbe meno pericoloso o uguale al virus di oggi? "Dovrebbe essere meno pericoloso perché, se diventasse endemico, si adattarebbe perfettamente all'ospite facendo in modo di non ucciderlo, altrimenti il virus si estinguerebbe. Quello che il virus diventerà non lo sappiamo ma sicuramente sarebbe meno grave, altrimenti non si adatterebbe", conclude.

Insomma, sapere o non sapere se nel 2030 avremo ancora

il Covid, oggi, serve a poco: l'unica cosa che conta è vaccinarsi, immunizzarsi e tornare alla vita di prima. Per tutto il resto c'è un detto molto importante, tanto giusto quanto antico. chi vivrà, vedrà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica