I colpi del bazooka anti-virus: perché si decide tutto in 48 ore

Dopo due settimane dall'adozione di misure ancora più stringenti, è atteso un importante rallentamento del contagio. I dati diranno se passare alla fase 2

I colpi del bazooka anti-virus: perché si decide tutto in 48 ore

Dopo due settimane dallo stop di tutte le attività produttive non essenziali o strategiche è atteso un ulteriore rallentamento del contagio. Lo scorso 23 marzo è entrato in vigore un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ha introdotto misure ancora più stringenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza coronavirus: chiuse tutte le attività produttive non essenziali o strategiche e aperti solo alimentari, farmacie, negozi di prima necessità e servizi essenziali. E dopo queste misure significative, nelle prossime sapremo se il "bazooka sparato contro il Covid è andato a segno".

Come riporta il Sole24Ore, più di quello che abbiamo fatto, in termini di restrizioni e chiusura delle attività, non possiamo fare. Resterebbe solo il modello Wuhan, inapplicabile usando le regole democratiche e insostenibile dal punto di vista economico. Per vedere se ci saranno dei risultati, bisognerà aspettare il 7 e l'8 aprile. Scadute le due settimane dall'adozione delle ultime misure, si potrà capire se il rallentamento del contagio da Covid-19 sarà costante in modo da poter così passare nel giro di poco tempo alla fase 2.

"Se i dati si confermano, dobbiamo pensare a una fase 2, ovvero riflettere su come mantenere bassa la diffusione della malattia. Questo è l'unico requisito per considerare misure alternative", aveva annunciato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. "Un po' tutto il sistema sta portando a un rallentamento significativo della diffusione e ci aspettiamo che nei prossimi giorni possa essere confermato", ma "è un dato che va conquistato giorno dopo giorno. Le misure adottate sono efficaci ma è altrettanto importante che manteniamo questo tipo di attenzione perché sono proprio queste misure che ci aiutano a fare decrescere la curva", aveva poi aggiunto.

Due settimane dopo l'introduzione di una nuova misura, i numeri danno un po' di conforto. Come ricorda il Sole, la prima fase di quarantena, introdotta tra l'8 e l'11 marzo in Lombardia e poi in tutta Italia, ha spinto dopo 14 giorni la curva epidemica sotto alla soglia del 10%. La crescita giornaliera è poi calata nel tempo, ma la discesa è ancora oggi troppo lenta e incostante. Prima di iniziare a pensare ad una fase 2, i numeri devono confermarsi in calo.

E una conferma importante potrebbe arrivare proprio a due settimane dalle ultime restrizioni.

I miglioramenti degli ultimi giorni non devono farci abbassare la guardia. Tra il 7 e l'8 aprile si spera di poter vedere qualche importante risultato, ma la battaglia contro il coronavirus sarà ancora lunga.

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