Maltempo, in Veneto si contano i danni. Zaia: "Come nel 2010"
5 Febbraio 2014 - 14:10Pioggia e neve concedono una brevissima tregua, ma rimane lo stato d'allerta. Si teme lo scioglimento della neve in montagna
Nonostante un lievissimo miglioramento il maltempo non concede tregua al Veneto. L'esercito continua ad operare nelle province di Belluno e Treviso, dove centinaia di uomini e decine di mezzi sono al lavoro per sgomberare le strade dalla neve e consentire il ripristino della viabilità. A Battaglia Terme, nel Padovano, 200 famiglie si sono trovate la casa allagata e 80 persone sono state evacuate. Il vicesindaco Alessandro Baldin spiega che la situazione continua ad essere molto critica: "Il deflusso è molto lento e la situazione ancora grave; quando l'acqua se ne andrà si farà la conta dei danni. Bisogna mettersi in testa di fare la regolare manutenzione ai canali." Mezzi speciali del Genio e idrovore sono state impiegate per il rafforzamento degli argini, mentre a Cortina i rocciatori dell'esercito sono saliti sui tetti per rimuovere la neve a rischio di cadere. Asolo, nel Trevigiano, è isolata.
Il presidente della Regione Luca Zaia è tornato a chiedere maggiore attenzione per l'emergenza maltempo, sottolineando la necessità di un'assicurazione nazionale per le emergenze: "Bisogna dare poteri commissariale ai presidenti delle regioni in materia di opere pubbliche se si vuole dare rapidità ai processi e consentire di realizzare i lavori. Lo abbiamo chiesto anche come conferenza dei presidenti delle regioni. Bisogna evitare che la burocrazia uccida i lavori e quindi ammazzi la gente se succede qualcosa. Partire dal Veneto" - ha sottolineato Zaia - "È un investimento perchè siamo una delle due zone produttive e come Pil più forti del Paese. Quindi una emergenza dell'emergenza. Perchè alla pioggia e alla neve si sommano i riflessi sulla economia nazionale." Il presidente della regione ha inoltre riferito di aver parlato con il capo della Protezione Civile Aldo Gabrielli, e ha aggiunto di stare preparando una lettera per il presidente del Consiglio Letta.
Azzardando un'ipotesi sul conto dei possibili danni, Zaia ipotizza una cifra simile a quella richiesta per risarcire gli effetti dell'alluvione del 2010.
Il principale motivo di preoccupazione è ora costituito dalla neve, che, se dovesse sciogliersi, potrebbe causare nuove inondazioni, frane e smottamenti.
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