Cronache

Maltempo, in Veneto si contano i danni. Zaia: "Come nel 2010"

Pioggia e neve concedono una brevissima tregua, ma rimane lo stato d'allerta. Si teme lo scioglimento della neve in montagna

Uomini e mezzi dell'esercito al lavoro a Borca di Cadore
Uomini e mezzi dell'esercito al lavoro a Borca di Cadore

Nonostante un lievissimo miglioramento il maltempo non concede tregua al Veneto. L'esercito continua ad operare nelle province di Belluno e Treviso, dove centinaia di uomini e decine di mezzi sono al lavoro per sgomberare le strade dalla neve e consentire il ripristino della viabilità. A Battaglia Terme, nel Padovano, 200 famiglie si sono trovate la casa allagata e 80 persone sono state evacuate. Il vicesindaco Alessandro Baldin spiega che la situazione continua ad essere molto critica: "Il deflusso è molto lento e la situazione ancora grave; quando l'acqua se ne andrà si farà la conta dei danni. Bisogna mettersi in testa di fare la regolare manutenzione ai canali." Mezzi speciali del Genio e idrovore sono state impiegate per il rafforzamento degli argini, mentre a Cortina i rocciatori dell'esercito sono saliti sui tetti per rimuovere la neve a rischio di cadere. Asolo, nel Trevigiano, è isolata.

Il presidente della Regione Luca Zaia è tornato a chiedere maggiore attenzione per l'emergenza maltempo, sottolineando la necessità di un'assicurazione nazionale per le emergenze: "Bisogna dare poteri commissariale ai presidenti delle regioni in materia di opere pubbliche se si vuole dare rapidità ai processi e consentire di realizzare i lavori. Lo abbiamo chiesto anche come conferenza dei presidenti delle regioni. Bisogna evitare che la burocrazia uccida i lavori e quindi ammazzi la gente se succede qualcosa. Partire dal Veneto" - ha sottolineato Zaia - "È un investimento perchè siamo una delle due zone produttive e come Pil più forti del Paese. Quindi una emergenza dell'emergenza. Perchè alla pioggia e alla neve si sommano i riflessi sulla economia nazionale." Il presidente della regione ha inoltre riferito di aver parlato con il capo della Protezione Civile Aldo Gabrielli, e ha aggiunto di stare preparando una lettera per il presidente del Consiglio Letta.
Azzardando un'ipotesi sul conto dei possibili danni, Zaia ipotizza una cifra simile a quella richiesta per risarcire gli effetti dell'alluvione del 2010.

Il principale motivo di preoccupazione è ora costituito dalla neve, che, se dovesse sciogliersi, potrebbe causare nuove inondazioni, frane e smottamenti.

Si prevedono danni consistenti anche per le imprese che operano nel turismo di montagna, che soffriranno una riduzione del fatturato stimata tra il 20% e il 40%.

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