Escort, alcol e droga: ecco la pazza vita dei giovani principi arabi

Rampolli aristocratici di Paesi che vietano tutto (o quasi) ai propri sudditi, i principi degli Stati degli Stati arabi si abbandonano ad ogni tipo di eccessi

Rashid, primogenito del'emiro di Dubai Sheikh Mohammed
Rashid, primogenito del'emiro di Dubai Sheikh Mohammed

Si parla tanto di Arabia Saudita, dopo le 47 esecuzioni portate a termine pochi giorni fa in ottemperanza alle severissime leggi dello Stato del Golfo.

Ma se per i normali cittadini sauditi (e per quelli che si trovano a passare per quel Paese) vigono misure draconiane che spesso costano anche la vita a chi le infrange, come stanno le cose per i principi della famiglia reale di Riad? E per gli aristocratici rampolli degli altri Stati dell'area, dagli Emirati al Qatar al Bahrein?

Il rispetto della sharia imposto ai comuni cittadini - ma forse sarebbe meglio dire sudditi - sembra essere un optional quando si tratta dei potenti. Questa è almeno la versione del quotidiano torinese La Stampa, che ieri dedicava un'inchiesta di Francesca Paci proprio alla vita sfrenata condotta dai giovani (e ricchissimi) principi islamici.

Che appena escono dai confini dei propri Paesi si danno alla pazza gioia, concedendosi eccessi che spesso e volentieri fanno notizia: escort, droga, gioco d'azzardo, automobili di lusso e festini orgiastici. Il quadro che ne emerge farebbe impallidire anche gli imam meno conservatori.

C'è il caso del giovane reale saudita Majed Abdulaziz al Saud, accusato di molestie sessuali dalla polizia di Los Angeles, e la vicenda del 33enne Rashid, primogenito dell'emiratino Sheikh Mohammed, morto a settembre, ufficialmente per un attacco cardiaco e ufficiosamente per la cocaina di cui avrebbe abusato.

Ci sono le cronache che arrivano dalla California, da Londra e dalla Costa Azzurra, dove i miliardari arabi sciamano durante l'estate e si fanno riconoscere per i festeggiamenti eccentrici e certamente poco sobri. Qatar Airways, tanto per dirne una, dedica ogni anno alcuni voli solamente al trasporto dei veicoli di lusso che, giustamente, devono fare la spola tra il Golfo Arabo e l'Europa perché allo sfarzoso stile di vita dei loro proprietari non manchi proprio nulla anche in "trasferta".

C'è poi tutto il mercato delle escort, spesso minorenni, che sarebbero in vendita nei nightclub alla periferia di Damasco, in Siria.

Qui i principi sauditi verrebbero a scegliere le proprie concubine tra le ragazze siriane vendute dalla proprie famiglie in fuga dalla guerra. Un comportamento - come del resto il consumo di alcol e il gioco d'azzardo - vietato dal Corano e assolutamente proibito in patria, ai propri sudditi.

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