Esino, il sindaco si arrende e premia i migranti che si ribellarono

Dopo la rivolta a Esino Lario, in provincia di Lecco, gli stranieri che accerchiarono i carabinieri ottengono la residenza

Esino, il sindaco si arrende e premia i migranti che si ribellarono

Sono scesi in piazza al grido di "Vogliamo la residenza", hanno accerchiato gli uffici pubblici, minacciando gli impiegati fino a che non sono intervenuti i carabinieri (guarda il video). E ora il sindaco li "premia", concedendo i documenti a chi ha già ottenuto il permesso di soggiorno.

Succede a Esino Lario, piccolo Comune in provincia di Lecco, dove Pietro Pensa si è arreso: "Dopo l’episodio di piazza inscenato dai nostri ospiti migranti e l’eco mediatico dello stesso sulla stampa locale e nazionale e dopo reiterati incontri del sottoscritto con i vertici della prefettura, è giunto il momento non più procrastinabile per il Comune di rilasciare le carte d’identità a chi tra loro risulta munito di regolare permesso di soggiorno", ha scritto il sindaco nella sua comunicazione ai cittadini, "Sono consapevole che ciò non sarà gradito a tutti i cittadini ma è un dovere cui ci si deve attenere. Invito tutti a considerare anche i possibili eventuali aspetti positivi come ad esempio far nascere nei nostri ospiti una consapevolezza di maggior appartenenza al territorio che li ospita e di mostrarsi magari riconoscenti prendendo iniziative di pubblica utilità sociale".

"È un precedente gravissimo", attacca però Paolo Grimoldi (Lega), ricondando che nel centro d'accoglienza è ospitato persino un omicida fuggito dal Gambia, "Si premia chi si ribella e

spaventa i cittadini. Un gravissimo precedente causato da una prefettura incapace di gestire la sicurezza, che ha ordinato al sindaco di accogliere le richieste dei richiedenti asilo concedendo loro le carte d’identità".

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