Dietro il crac di Banca Etruria ci sarebbero anche alcune operazioni immobiliari spericolate. Palazzi svenduti e poi ricomprati o affittati a prezzi esorbitanti. Operazioni e compravendite che di fatto hanno svuotato le casse della banca. C’è un capitolo dell’inchiesta sul dissesto di Banca Etruria, come racconta il Corriere della Sera, diventato uno dei “cardini” delle contestazioni degli ispettori di Bankitalia. Perché dimostra che "non è stato adeguatamente promosso lo sviluppo delle attività di controllo". E soprattutto l’esistenza di "profili di anomalia" per la cessione degli stabili ritenuti gioielli preziosi rispetto alla stabilità patrimoniale.
Subito dopo la pausa natalizia i due fronti d’inchiesta - quello di Arezzo sulla situazione patrimoniale e quello di Civitavecchia sulla vendita delle obbligazioni ai piccoli risparmiatori - potrebbero essere segnati da importanti sviluppi con nuove iscrizioni nel registro degli indagati. Anche tenendo conto che le verifiche sono ormai a tutto campo e spaziano fino all’affidamento degli incarichi esterni a professionisti che - questo è emerso dai primi controlli - potrebbero essere stati una sorta di “prestanome” di chi governava l’istituto di credito.
Al magistrato è stata consegnata l’analisi del “Servizio Program e cost management” compilata a gennaio scorso sulle consulenze assegnate nel 2014 "in particolare quella strategica affidata alla società “Bain” per un milione e centomila euro e quella per il supporto delle attività commerciali e culturali della Direzione generale concessa alla “mosaico” per 235 mila euro". Spetterà alle Fiamme Gialle stabilire chi siano i reali beneficiari dei compensi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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