Erano stati salvati dal lavoro dei vigili del fuoco, Eugeniu e Natasha, i due fidanzati che la mattina di quel tragico 14 agosto si trovavano sul ponte Morandi, diretti in Francia per una vacanza.
Quando il ponte si era sbriciolato, li aveva trascinati con sè e le loro vite erano rimaste rinchiuse in uno spazio di cinquanta centimetri, al buoio, ricoperte dalle macerie della struttura. "Il ponte ha iniziato ad alzarsi e ho capito che stava succedendo qualcosa di bruttissimo", ha raccontato Natasha al Corriere della Sera. Poi sono precipitati e la macchina ha iniziato a rotolare, per poi venire sommersa dai pezzi di cemento. Ma lì sotto, entrambi erano vivi. Impauriti, doloranti, ma vivi e lucidi. Natasha pensava a suo figlio Bodan, che solo per un caso fortuito non si trovava con loro, avendo deciso all'ultimo di passare altrove le vacanze, e ai suoi genitori: il terrore che li avrebbe lasciati soli non le dava pace.
Ma Eugeniu e Natasha non hanno mai perso conoscenza e si sono subito preoccupati di farsi sentire dai soccorritori:"La nostra paura più grande era che non ci trovassero". E allora Eugeniu ha iniziato a suonare il clacson dell'auto, fino a che la batteria non si è scaricata. Poi i rumori dei soccorritori, le urla disperate per attirare l'attenzione e alla fine una voce che diceva: "Non preoccupatevi, vi salviamo". È a quel punto, che il sollievo di essere stati trovati ha lasciato posto al dolore fisico.
I vigili del fuoco hanno iniziato a scavare, per ore, spostando i massi con precisione maniacale, mentre il telefono della donna squillava ininterrottamente: il figlio la cercava disperatamente, ma solo quando erano sicuri di averla salvata, uno dei vigili ha risposto, rassicurandolo: "Non finirò mai di ringraziarli".
E ora, Eugeniu e Natasha, dalla stessa camera dell'ospedale, annunciano il loro matrimonio: hanno deciso di sposarsi, di ricominciare una nuova vita, questa volta più uniti di prima, per ringraziare il cielo di avercela fatta. Un miracolo, che in sè ne contiene molti altri: "C'è che siamo salvi, ma c'è anche che Bodan non sia venuto con noi in vacanza, c'è che hanno sentito le nostre voci, c'è che non abbiamo perso sangue, conoscenza. E poi essere qui dentro, anche questo ha del miracoloso".
Ed è proprio dalla loro "stanza matrimoniale" dell'ospedale, che Eugeniu e Natasha vogliono ripartire e affrontare insieme quello che troveranno fuori da lì, quando dovranno fare i conti non solo col dolore fisico, ma anche col trauma di quanto hanno vissuto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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