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La Consulta boccia il referendum sull'eutanasia: "Non tutela la vita"

I giudici della Corte costituzionale hanno dichiarato inammissibile il referendum sull'eutanasia: ecco quali sono le motivazioni

La Consulta boccia il referendum sull'eutanasia: "Non tutela la vita"

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sull'"omicidio del consenziente", quindi ha detto no all'eutanasia. In attesa che venga depositata la sentenza, l'Ufficio comunicazione fa sapere che la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito perché, "a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".

"Soddisfazione per la decisione"

Il Comitato per il No all’omicidio del consenziente esprime soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale nel giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo dell’art 579 del codice penale. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Corte, "è ragionevole immaginare che avrà inciso il vincolo costituzionale sul principio di indisponibilità della vita".

Le reazioni della politica

Tra le prime reazioni c'è il leader della Lega, Matteo Salvini, che si è detto dispiaciuto perché "la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia", ha affermato commentando la bocciatura del referendum sull'eutanasia legale. "A questo punto la questione appare superata. Ma ieri ragionavamo" che il quesito, così come posto, "creava un vuoto legislativo" poiché "il consenso poteva essere acquisito senza controllo", ha affermato il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, secondo quanto appreso da Adnkronos. Su Twitter, poi, lo stesso Conte ha scritto che non vanno gettate al vento le firme dei cittadini ed il Parlamento deve impegnarsi "a dare una risposta subito a tutela della dignità di tante persone e famiglie che soffrono". La definisce "sacrosanta" la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum proposto dai radicali sull'omicidio del consenziente, anche se sano. "Un quesito inaccettabile ed estremo che avrebbe scardinato il nostro ordinamento giuridico, da sempre orientato alla difesa della vita umana e alla tutela dei più fragili e deboli", ha affermato la leader di FdI Giorgia Meloni.

Non la prende bene Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni, che porteranno avanti con altri strumenti tutto ciò riguarda l'eutanasia, tema molto delicato, anche per la memoria di "Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina", sottolinea. Canta vittoria, invece, Mario Adinolfi, che su Twitter ha scritto che il Popolo della Famiglia ha spiegato sempre che era un "quesito irricevibile. Siamo lieti di aver viste riconosciute le nostre ragioni, la vita nell'ordinamento italiano è bene indisponibile. Grande vittoria dell'Italia prolife".

L'inammissibilità del referendum sull'eutanasia, "di cui sono dispiaciuto, non risolve il problema", ha affermato il senatore del Pd, Andrea Marcucci, che aveva firmato la richiesta di referendum. Secondo il senatore, il Parlamento adesso dovrà trovare la forza morale di affrontare un tema delicato e fondamentale "per troppi anni colpevolmente rinviato". Lo stop all'eutanasia legale della Consulta "non cambia la necessità di intervenire in Parlamento", ha affermato Arturo Scotto di Leu, per il quale bisogna colmare un vuoto legislativo così come la Corte più volte ha segnalato al Parlamento. Il politico ha concluso dicendo che anche se non ci sarà più un referendum rimane fondamentale tutelare la sfera dei diritti individuali.

"1.240.

000 firme attestano un consenso popolare per una legge giusta e umana che disciplini le tematiche del fine vita", ha dichiarato il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, secondo il quale il consenso popolare ottenuto, con le lunghissime code della scorsa estate in tutta Italia sono una testimonianza definita "straordinaria" di passione civile e di umanità. "Sarà nostra responsabilità portare avanti la battaglia giusta per essere liberi fino alla fine in ogni sede, a partire dal Parlamento, da domani mattina".

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