Si era creato una falsa identità, quella dell'ispettore Marco Gigliotti della Polizia postale, con la quale ha organizzato, insieme ad altre 20 persone, centinaia di truffe.
Il sistema era ormai collaudato: l'organizzazione sceglieva attraverso i classici siti di annunci le proprie vittime, le studiava e poi le contattava. Raccontavano ai malcapitati dell’esistenza di denunce e indagini che potevano essere facilmente archiviate con il pagamento di una sanzione. Le "multe" potevano raggiungere anche i ventimila euro. I membri dell'organizzazione inoltre mettevano in atto una vera e propria scenetta: con tanto di finte pattuglie in borghese, si presentavano a casa delle vittima per ritirare il denaro.
Le indagini
Circa 600 le vittime dell'organizzazione accertate dai carabinieri del comando provinciale di Nuoro che hanno avviato le indagini dopo il suicidio di un uomo nel Nuorese. Gli inquirenti hanno accertato che la vittima era stata contattata dal falso ispettore della Polizia postale che gli aveva chiesto il pagamento di "multe" per presunte violazioni legate alla pubblicazione di annunci sessuali su siti internet. L'uomo, prima di togliersi la vita, aveva versato ai suoi aguzzini circa 5.000 euro.
Le indagini si sono poi estese fino a scoprire l'intera organizzazione composta da 21 persone, tutte con ruoli e compiti ben definiti.
Il finto ispettore agiva dal Piemonte, mentre i collaboratori erano attivi in diverse altre regioni.Dei 21 indagati, 16 sono stati arrestati (2 in carcere e 14 ai domiciliari). Tutti sono accusati di truffa ed estorsione e in un caso anche di morte come conseguenza di altro reato.
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