Cronache

Il fango di Luca Casarini contro ilGiornale

I documenti esclusivi incastrano i talebani dell'accoglienza. Ora l'attivista prova a difendersi: "Frasi decontestualizzate"

Il fango di Luca Casarini contro ilGiornale

Quel bonifico da 150mila Euro, che originariamente doveva essere da 270mila come nelle richieste di uno degli armatori della Mare Jonio, è stato erogato e, secondo i documenti in mano alla Procura di Ragusa, questa circostanza sarebbe stata anche motivo di toni trionfalistici tra i vari attivisti. Ma secondo Luca Casarini, capomissione della Mare Jonio, quanto sta avvenendo in queste settimane sarebbe solo frutto della "solita" macchina del fango contro l'Ong italiana Mediterranea. Ovviamente ordita, secondo la sua prospettiva, da procuratori e giornalisti di destra.

"Attacco proveniente da giornalisti di destra"

É questa la linea di difesa mediatica che lo stesso Casarini ha voluto impostare sfruttando una diretta social nelle scorse ore. Per l'ex attivista no global, la vicenda Mare Jonio sarebbe una montatura. Tutto è partito dalle indagini della procura di Ragusa e ricostruite nei giorni scorsi dagli articoli pubblicati su Il Giornale a firma di Fausto Biloslavo e Valentina Raffa.

Ed è soprattutto proprio contro il nostro quotidiano che Casarini, capomissione della Mare Jonio, si è rivolto nella diretta pubblicata sul canale Facebook di Mediterranea Saving Humans: “Si firmano come giornalisti ma si conoscono per il loro passato di appartenenza agli ambienti eversivi di destra”. “Si costruisce questa operazione in maniera illegale, ci sarebbe il segreto istruttorio – ha poi proseguito il capomissione – il processo si fa in aula e non sui giornali, ma poi utilizzando ovviamente frasi decontestualizzate”.

Da qui l'invettiva contro quella che, sempre secondo Casarini, altro non sarebbe che autentica macchinazione contro le Ong. “La macchina del fango si è già messa in moto in maniera veloce, c'era da prevederlo – ha tuonato l'attivista di Mediterranea –. Tutto parte da una inchiesta basata sul niente. Si finisce alla gogna usando battute, frasi messe di qua e di là attribuite tutte a me e appiccicate per costruire il mostro e poi sbatterlo in prima pagina”.

L'inchiesta di Ragusa ha puntato i riflettori su un trasbordo di migranti dalla nave Maersk Etienne alla Mare Jonio avvenuto a settembre. Ad essere indagato non è soltanto Casarini. Assieme al suo nome nel fascicolo ci sono anche quelli di Beppe Caccia, Alessandro Metz e Pietro Marrone. Secondo gli inquirenti quel passaggio è stato dovuto grazie a un accordo preventivo tra la società proprietaria del cargo e la Idro Social Shipping, proprietaria della Mare Jonio. La prova starebbe in un bonifico da 150mila euro erogato dalla Marsk Tankers a favore della società italiana. Quest'ultima ha tra i suoi soci proprio due degli indagati, ossia Beppe Caccia e Alessandro Metz.

A supportare questa ipotesi alcune intercettazioni pubblicate poi su Il Giornale. Documenti in cui si evidenziano le trattative portate avanti dagli attivisti e le loro reazioni una volta incassati i soldi: "Caccia una volta incassato il compenso dalla Maersk (30.11.20) - si legge tra le carte della Procura - comunicava, con toni trionfalistici, la notizia di avere portato a termine (…) una assai lucrosa “operazione commerciale”; rivolgendosi ai numerosi referenti del mondo della stampa oltre che ad alcuni tra i più affidabili sostenitori del progetto Mediterranea". Gli investigatori sono convinti che le affermazioni fatte dagli attivisti in quelle settimane siano relative all'accordo preventivo. Per i diretti interessati invece, le somme erogate sarebbero frutto di un'intesa stipulata nei mesi successivi l'avvenuto trasbordo.

L'attacco alla Procura di Ragusa

Luca Casarini ha voluto ribadire questi concetti nella sua diretta social. Lui, famoso già per essere stato attivista no global, è tornato alla ribalta politica quando con la Mare Jonio nel marzo del 2019 è stato il primo a sfidare apertamente i decreti sicurezza voluti pochi mesi prima dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Un duello politico proseguito per tutta la stagione estiva di quell'anno e che lo hanno visto spesso supportare le attività delle procure che, contro il segretario della Lega, hanno avviato diverse inchieste.

Per questo colpisce e non poco il suo attacco sferrato ai magistrati: “La Procura di Ragusa che inizia questa operazione è una piccola Procura che si conosce per il suo schieramento pensate che uno dei procuratori e è il fautore della prima inchiesta contro il soccorso civile in mare nel lontano 2004 con il caso Cap Anamur, l'altro procuratore ha più volte esternato la sua volontà di bloccare i soccorsi in mare”.

In poche parole, per Casarini le iniziative dei magistrati sono lodevoli soltanto quando hanno un preciso orientamento.

Diversamente, è questo il concetto fatto passare durante la diretta social, c'è da prendere in considerazione l'idea di una gigantesca macchinazione mediatico – giudiziaria contro di lui e contro le Ong.

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