Mai più senza Che tempo che fa. Altrimenti l'Apocalisse si abbatterà su viale Mazzini. Ne sono convinti i massimi dirigenti della tv di Stato, impegnati a difendere il lauto rinnovo di contratto offerto al conduttore, che minacciava di andarsene. Non è chiaro dove, visto che nessuno sarebbe disposto a pagarlo quanto la Rai. Comunque la presidente Monica Maggioni ieri ha detto: «Non so se la Rai avrebbe retto, in questo momento, al trauma dell'uscita di Fazio».
E ancora: «Vedere transitare quel marchio, quel format, quella conduzione su un'altra emittente avrebbe comportato uno scossone». Forse avrebbe indotto qualche altra star a levare le tende per accasarsi altrove. Per fortuna (di Fazio) la catastrofe è scongiurata. È stato sufficiente concedere al conduttore tutto quello che chiedeva. Per evitare il «trauma» questo e altro. Voleva passare da Raitre a Raiuno? Fatto: 32 prime serate e 32 seconde serate. Voleva guadagnare qualcosina in più? Fatto: 11,2 milioni di euro per quattro anni. È bastato scucire e ogni problema si è dissolto. Il conduttore si era lamentato (con Repubblica) per il comportamento dell'azienda ormai allo sbando e vittima della prepotenza infinita dei partiti. Un «vulnus insuperabile», aveva detto il colto Fabio. Tutto dimenticato, superato anche il vulnus. Fazio è un professionista e punta sempre alle migliori condizioni (per sé). Avendo trovato un'azienda disposta ad accontentarlo, ha fatto bene a incassare.
Al contribuente invece viene da chiedersi: la Rai avrà fatto bene a svenarsi? Ce lo diranno gli ascolti. È facile indovinare che tempo farà in viale Mazzini qualora Fazio dovesse scendere di qualche punto rispetto agli ascolti delle fiction domenicali: burrasca con abbondanza di «traumi» e «scossoni». C'è un altro tema sul piatto di giorno in giorno più succulento (oggi una nuova puntata alla presentazione dei palinsesti alla stampa). I vertici Rai sono sicuri di avere fatto un affare e di avere pagato per Fazio un prezzo in linea col mercato. Allora non si nascondano dietro a «traumi» e «scossoni».
Che la Rai non sia in grado di tollerare l'addio di Fazio non solo suona esagerato ma anche inaccettabile. In passato, la tv di Stato ha lasciato andare via giganti come Pippo Baudo e Mike Bongiorno senza risentirne. Viale Mazzini ha un'identità più forte di qualunque conduttore, per quanto eccezionale. Davvero oggi non può sopportare il passaggio di Che tempo che fa a un'altra emittente? Se fosse vero, sarebbe il segno di un declino inarrestabile. In tal caso, meglio non accanirsi a resuscitare un morto e gettare la spugna, tanto non c'è Fazio che tenga. Infine, cosa dovrebbero pensare i 13mila dipendenti Rai di Fazio indicato come unico salvatore della patria tv? Cosa dovrebbero pensare dipendenti Rai un po' particolari come Carlo Conti, ad esempio? Dovrebbero pensare di valere meno di Fazio? In effetti pare di sì.
Conti, tre volte campione d'ascolti sanremesi, pur non essendo indigente, un compenso come quello di Fazio per ora se lo sogna. Quando le altre star rinnoveranno il contratto, si vedrà se è stato saggio trattare Fazio come fosse l'ultima spiaggia.
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