Vittorio Feltri ha le idee chiare: i genitori di Desirée sono responsabili, quanto gli aggressori, della morte della figlia. La loro colpa è quella di non aver vigilato sulla sedicenne. Di fatto la tesi di Feltri esposta nel suo editoriale su Libero di fatto è abbastanza semplice: la famiglia, con qualche attenzione in più sulla figlia, avrebbe potuto evitare che finissse tra le mani di un branco di clandestini senza scrupoli. "La povera sedicenne la sera del delitto è uscita di casa col pretesto di recarsi a dormire da un' amica. Niente di male. Ciononostante i genitori, lungi dall' opporsi al fatto che la figlia andasse a trascorrere la notte da una compagna, hanno trascurato di controllare che ella fosse effettivamente ospite di costei. Se ne sono infischiati. Desirée ha passato la notte in giro per Roma e non nella cameretta dove aveva dichiarato di trattenersi. Se ne è andata a zonzo per la Capitale e ha incontrato vari suoi fornitori di sostanze stupefacenti, delle quali faceva uso ad onta della età adolescenziale".
Poi Feltri esplicita la sua posizione sulla vicenda e punta ancora di più il dito contro i genitori di Desy: "n tal modo si è imbattuta in gentaglia che ha approfittato della sua debolezza allo scopo di sopraffarla, sottometterla a pratiche sessuali vergognose, ammazzandola. Chi frequenta spacciatori e simili individui difficilmente la fa franca. Se poi si tratta di una povera fanciulla sbandata è fatale che diventi vittima di soprusi.
Se ci è consentito, spettava ai genitori il compito di sorvegliare, educare e instradare la loro erede in maniera che non rischiasse di essere maciullata". Infine l'affondo che spiega bene il suo punto di vista: "Desirée non è stata semplicemente vittima di delinquenti venuti dall' estero, bensì pure di genitori incapaci di tutelarla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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