La fine di un'élite chiusa su sé stessa

La situazione francese è estremamente seria, una pentola sociale a pressione. È stata poco raccontata o peggio ancora edulcorata. Ieri, donne e uomini sono scesi in piazza per far sentire la loro voce

La fine di un'élite chiusa su sé stessa
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"Maestà il popolo ha fame. Che mangino brioche", questa frase attribuita alla regina Maria Antonietta, che pare non l'abbia mai pronunciata è comunque rimasta nella storia. Resta la sua attualità nel farci percepire la distanza che, in Francia, separa le élite dalla gente che vive quotidiane difficoltà. Maria Antonietta fu ghigliottinata. Ora, anche se l'ex primo ministro François Bayrou ha parlato di "guerra civile fra i partiti" e il ministro dell'Interno Bruno Retailleau di condizione pre-insurrezionale, la rivoluzione è lontana.

Tuttavia, la situazione francese è estremamente seria, una pentola sociale a pressione. È stata poco raccontata o peggio ancora edulcorata. Ieri, donne e uomini sono scesi in piazza per far sentire la loro voce. Un sondaggio di due mesi fa, Odoxa-Groupe Goron per Le Figaro, rivelò che il 90 per cento dei francesi si sente insicuro, sia sotto un profilo sociale che dell'ordine pubblico e teme soprattutto per il futuro delle giovani generazioni. Sébastien Lecornu è il quinto primo ministro di questo secondo mandato presidenziale, segno di una palese instabilità. Si dice che a un certo punto volesse fare il benedettino. I giornali francesi lo definiscono protégé del presidente, il suo fedele allievo. Macron lo ha calato in una sfida impossibile. Non ha una maggioranza politica e difficilmente l'avrà. Marine Le Pen l'ha definito l'ultima cartuccia. Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra estrema (France Insoumise), per il quale è tutto una triste commedia, ha fatto presentare ai suoi parlamentari all'assemblea nazionale, con circa 100 firme, una mozione di destituzione di Macron. Non ha possibilità di passare ma nel preambolo definisce Macron un autocrate. E i socialisti, ai quali pure si guardava, per creare una maggioranza, parlano di uno schiaffo. Potrà andare avanti come Bayrou per qualche mese fino alla prossima sfiducia.

Accanto alle insidie della politica la gravissima situazione economica con il debito pubblico esploso a quasi il 114 per cento, la crisi industriale e sociale. È da incorniciare l'affermazione dell'ex premier ed ex commissario europeo Paolo Gentiloni: "Il macronismo non ha funzionato".

La Francia ha una grande e nobile storia alle spalle, l'impressione è che quella di oggi non sia all'altezza del suo passato. Non si tratta di evocare la "grandeur" ma di marcare l'esistenza di due paesi, di cui uno sempre più minoritario e isolato nelle sue torri.

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