Fermata la banda "spaccaossa": rompevano gli arti con la ghisa

In manette 42 persone della banda spaccaossa. Reclutavano le vittime fra i poveri e inscenavano falsi incidenti. Un tunisino è morto dopo le fratture

Fermata la banda "spaccaossa": rompevano gli arti con la ghisa

"Ti fai rompere di nuovo tu?... E vai a pagare centomila euro che dobbiamo sborsare noi". È una delle intercettazioni captate dagli inquirenti di Palermo che alle prime luci dell'alba hanno arrestato 42 persone nell'ambito dell'operazione 'Tantalo 2'.

In manette sono finiti i componenti della banda spaccaossa che avrebbe organizzato delle truffe alle assicurazioni, rompendo le ossa di gambe e braccia di persone indigenti, consenzienti. In cambio di poche centinaia di euro, fratturavano gli arti per poi incassare lauti risarcimenti dalle assicurazioni, estranee alla banda criminale (Guarda il video).

Cercavano soprattutto giovani e donne per inscenare falsi incidenti. "Così i risarcimenti sono più alti", spiegavano. Offrivano 300 euro per una gamba da fratturare, 400 per un braccio. "Non sentirai niente", assicuravano alle vittime.

In un caso, le gravi fratture hanno portato alla morte di un uomo. "Si tratta di un tunisino - ha spiegato il capo della Squadra Mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti -. Sembra che a un certo punto l'uomo volesse fermarsi per il troppo dolore ma per continuare gli avebbero somministrato del crack che gli avrebbe procurato un arresto cardiocircolatorio".

Ma la morte dell'uomo non ha fatto desistere la banda spaccaossa. "Lo hanno comunque portato al bordo di una strada - ha continuato Ruperti - tentando di fingere un incidente stradale e istruire la falsa pratica assicurativa".

Le vittime

I reclutatori, come riporta AdnKronos, agganciavano le vittime tra le fasce più deboli della società. La maggior parte erano "tossicodipendenti, persone con figli a carico o comunque quasi tutti soggetti in situazioni di indigenza e, in alcuni casi, anche con disturbi psichici - ha spiegato Ruperti -. Venivano reclutati e portati in alcuni luoghi dove gli venivano fratturate le ossa".

Nella "stanza degli orrori", le vittime venivano immobilizzate su un tavolo e poi colpite con dischi di ghisa o borse piene di mattoni in modo da fratturargli gli arti.

L'organizzazione

Un'organizzazione curata in ogni minimo dettaglio. "C'erano quelli deputati a fingere il sinistro, con finti autisti delle auto coinvolte e finti testimoni - ha continuato il capo della Squadra Mobilei - e quelli che si occupavano della gestione della pratica con medici legali e avvocati, fino ad arrivare al pagamento del premio che quasi sempre non toccava alla parte che aveva subito il danno fisico".

L'indagine

Lo scorso anno la polizia aveva già arrestato 11 persone. Tre di loro hanno deciso di collaborare facendo emergere nuovi dettagli. Così, anche grazie alle testimonianze di alcune vittime, le indagini sono proseguite. Nei minimi particolari gli inquirenti hanno ricostruito 76 episodi ma, ha sottolinenato il capo della Squadra Mobile di Palermo, "i casi sono molti di più e l'inchiesta è molto più complessa".

Il giro di affari

sgominato dagli investigatori nell'ambito dell'operazione supera 1,6 milioni di euro. Con i soldi ottenuti grazie alle truffe alle assicurazion, la banda degli spaccaossa ha acquistato una Porsche e una barca.

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