"Fuori di qui vi ammazziamo". Poi, guardando i poliziotti con aria di sfida, le due rom si passavano il pollice lungo la giugolare mimando il coltello che affonda nella gola. Davanti a loro gli agenti della squadra volanti della Questura di Varese, che le avevano arrestate per furto, e il giudice che doveva convalidarne l'arresto. "Fuori di qui vi tagliamo la gola", rimarcavano poi le due venticinquenni domiciliate in un campo nomadi di Milano e fermate dai poliziotti subito dopo aver ripulito due appartamenti in centro a Varese.
Dopo la sceneggiata con urla e insulti di ogni genere, il pubblico ministero Sabrina Ditaranto, titolare dell'inchiesta, ha fatto scattare anche la denuncia per minacce a pubblico ufficiale aggravando in questo modo la posizione delle due rom. E, visti i numerosi precedenti e la possibilità che le nomadi facciano perdere le proprie tracce prima che vengano processate, ha deciso la misura cautelare in carcere. A mettere in allarme gli agenti, come racconta la Provincia di Varese, era stata una varesina a cui le due rom erano appena "entrati in casa". Quando sono state fermate le due donne avevano ancora con sé gli strumenti usati per lo scasso oltre al denaro rubato alla vittima.
Dopo aver appreso della notizia, il presidente della
Regione Lombardia Roberto Maroni ha apertamente criticato le minacce delle due nomadi. "Questi 'galantuomini' - ha scritto su Twitter - sono pericolosi quanto i terroristi e vanno rinchiusi o rimandati a casa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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