Cronache

"È fuorviante". Il soprano accusa l'Arena di Verona per il blackface e dà forfait

Angel Blue punta il dito contro la rappresentazione de L'Aida con Anna Netrebko nei panni della principessa etiope e rinuncia a La Traviata

"È fuorviante". Il soprano accusa l'Arena di Verona per il blackface e dà forfait

Il politicamente corretto imperante rischia di mettere a rischio la cultura secolare. Lo dimostra, un esempio fra tanti, quanto accaduto all'Arena di Verona, dove il soprano americano Angel Blue, una delle più quotate esponenti della musica lirica mondiale, si è rifiutata di andare in scena. Sarebbe dovuta salire sul palco per interpretare Violetta ne La Traviata per il 99° Opera Festival 2022 ma ha deciso di dare forfait per questioni politiche. Non si possono chiamare diversamente le sue rimostranze inviate mediante una lettera all'organizzazione dell'evento. La Stampa riporta che nella sua missiva di rinuncia al ruolo, Angel Blue ha sottolineato la sua volontà di non associare il suo nome a un'istituzione (quale è l'Arena di Verona), "che continua a utilizzare il trucco blackface".

La polemica sul blackface è piuttosto accesa negli Stati Uniti ed è stata importata forzatamente anche nel nostro Paese. Si basa sul concetto secondo il quale si riterrebbe offensivo utilizzare il trucco nero per gli esponenti caucasici ma anche il contrario. Nello specifico, Angel Blue ha preso posizione dopo la rappresentazione de L'Aida con Anna Netrebko nei panni della principessa etiope: "Vorrei essere chiara: l'uso del blackface in qualsiasi circostanza, artistica o altro, è una pratica profondamente fuorviante basata su tradizioni teatrali arcaiche che non hanno posto nella società moderna". Si legge nella lettera inviata da Angel Blue alla Fondazione. L'organizzazione, dal canto suo, ha spiegato che quanto portato sul palco è stata una ricostruzione storica dell'Aida, per la quale non è possibile apportare cambiamenti.

Una spiegazione che non ha convinto Angel Blue, che ha parlato di uso offensivo e di razzismo su queste pratiche. "Non vedevo l'ora di fare il mio debutto in casa all'Arena di Verona cantando una delle mie opere preferite, ma in coscienza non posso associarmi a un'istituzione che continua questa pratica. Grazie per la vostra comprensione e per tutti coloro che hanno mostrato supporto e sensibilità a me e ai miei colleghi artisti del colore", ha scritto il soprano.

La risposta conciliante dell'Arena di Verona non si è fatta attendere: "Non abbiamo alcun motivo, né alcuna volontà, di offendere e disturbare la sensibilità di alcuno. Raggiungiamo con vive emozioni persone provenienti da diversi Paesi, da contesti religiosi differenti, ma per noi tutte le persone sono uguali". Quindi, dall'Arena, aggiungono: "Crediamo nel dialogo, nello sforzo di comprendere il punto di vista altrui, nel rispetto degli impegni artistici presi. Angel, noi e il pubblico areniano ti aspettiamo fiduciosi, sarà l'occasione di dialogare in modo costruttivo e concreto partendo proprio dalle tue riflessioni. Il mondo digitale non crea la stessa empatia che solo il contatto diretto riesce a determinare: proprio come in teatro".

A richiamare il soprano alla ragionevolezza è intervenuta Grace Bumbry, una delle più grandi dell'epoca recente: "Se avessi ricoperto solo i ruoli di donne di colore e non fossi ricorsa al trucco non avrei interpretato personaggi che sono felice di aver incarnato. Per tutti i miei cinquant'anni da cantante d'opera ho indifferentemente usato la faccia bianca quando necessario e allo stesso modo la mia faccia nera...

Come artista hai la possibilità di scegliere quale ruolo interpretare invece tu limiti le tue possibilità".

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