Coronavirus

Quel dubbio sui decessi. "Molte morti potevano essere evitate..."

Intervenuto ad Agorà l'infettivologo del Sacco lancia ancora una volta l'allarme e appoggia l'appello dell'Ordine dei medici: "La situazione è ampiamente fuori controllo"

Quel dubbio sui decessi. "Molte morti potevano essere evitate..."

Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, torna a parlare, e lo fa per lanciare un nuovo drammatico allarme. Ospite in diretta alla trasmissione "Agorà" in onda su Rai 3, l'infettivologo ha appoggiato l'appello dell'ordine dei medici italiani, che hanno chiesto il lockdown per l'intero il Paese, cosa che tuttavia andrebbe a provocare danni enormi al tessuto economico.

Nella giornata di ieri, si sono registrati 32.616 nuovi positivi (su 191.144 tamponi) e 331 morti, ma secondo Galli l'emergenza è in atto ed occorre prendere seri provvedimenti. Poco importanti gli argomenti di quei professionisti che da mesi stanno combattendo questo virus e continuano a ripetere di mantenere la calma. "Quelli che hanno un'opinione diversa ce l'hanno per motivi loro, non sulla base di un dato scientifico o di un dato di realtà", afferma Galli, chiudendo così la questione. Il direttore del Sacco si dichiara d'accordo con il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri Filippo Anelli, che chiede la chiusura del Paese. "Può essere ancora ragionevole considerare alcune differenze regionali, ma con estrema attenzione", precisa Galli durante l'intervista, come riportato da "AdnKronos".

La situazione in Italia, secondo l'opionione di Massimo Galli, "è ampiamente fuori controllo. Con un costante incremento della diffusione dell'infezione". È allarme, insomma, e l'infettivologo chiede misure serie ed efficaci "se vogliamo sperare di invertire una tendenza in tempi ragionevoli e non trovarci in una situazione ancora più complessa a brevissimo termine". E dopo la chiusura del Paese, che potrebbe rendersi necessaria per rallentare la corsa del virus, guai a commettere l'errore di questa estate. "Non è che immediatamente dopo possiamo fare la stessa cosa che è stata fatta quest'estate", ammonisce infatti Galli, "perché altrimenti ci ritroveremmo daccapo un'altra volta". Tutto questo rigore in attesa del vaccino, unica soluzione al problema secondo Galli, che tuttavia ammette:"Se e quando arriverà".

Poi l'attacco contro il nuovo commissario per la Sanità calabrese Giuseppe Zuccatelli, finito al centro di una vera e propria bufera:"Ho l'impressione che questo Paese continui con una delle sue caratteristiche, ahimè anche in una situazione così drammatica, ovvero che in determinate posizioni non si chiamano le persone sulla base competenze e della reale preparazione, ma si chiamano gli amici degli amici".

Una visione abbastanza pessimistica, quella dell'infettivologo, che invita a prendere con le cosiddette pinze anche le parole del ministro della Salute Speranza, il quale ha parlato di futura distribuzione del vaccino. "O abbiamo dei dati o dobbiamo fare riferimento a dei portafortuna tipo lo scoiattolino rosso del mio nipotino", sentenzia Galli. "Io sono completamente solidale a delle posizioni di buon auspicio, però non possiamo stare in attesa di un risultato che non sappiano se si concretizzerà e quando si concretizzerà".

Secondo il medico, l'Italia ha bisogno "di un'autorità centrale in mano a persone competenti"."Il gran numero di morti che stiamo vedendo... potevano essere contenuti o evitati. E questo proprio è il mio rammarico e la fonte maggiore della mia amarezza di questi giorni", continua Galli. Il direttore del Sacco mette sotto accusa le riaperture dell'estate: "Ho sempre detestato quelli che dicono 'avete visto che avevo ragione', comunque quello che è successo quest'estate è stato un'apertura generale di attività e di cose che non ci poteva permettere. Una specie di congiura delle complicità, nel dire che gli italiani erano stati tanto bravi a fare il lockdown e quindi avevano diritto ad avere tutta una serie di possibilità diverse".

Massimo Galli parla di una partita che, se persa,"manda in rovina il Paese e si fanno morire persone".

Non prende però in esame un altro tipo di rovina, un altro gravissimo problema: ossia la crisi economica.

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