Coronavirus

Johnson&Johnson ferma studio su vaccino: "Malattia inspiegabile in un volontario"

"La malattia del partecipante ai test clinici è oggetto di valutazione”, spiega l'azienda statunitense. Per ora tutti gli studi restano fermi

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Brutte notizie sul fronte vaccino, dopo la casa farmaceutica AstraZeneca anche la multinazionale statunitense Johnson & Johnson si è vista costretta ad interrompere i lavori a causa di una reazione avversa sviluppatasi in uno dei volontari che aveva deciso di testare il prodotto.

In merito all'episodio non sono stati ancora riferiti molti dettagli, soprattutto per rispettare la privacy della persona interessata: alla stampa è stato soltanto riferito che dopo essersi sottoposto alla sperimentazione, il paziente si è improvvisamente ammalato e adesso un apposito comitato si sta occupando di monitotare le sue condizioni di salute. Questo, almeno, secondo quanto riferito dal "Wall Street Journal", che spiega anche come l'azienda abbia deciso di fermare tutte le ricerche sul vaccino, compreso lo studio di fase 3 cominciato lo scorso settembre che prevedeva di arruolare circa 60 mila persone individuate sia negli Stati Uniti che in altri paesi.

La società ha in ogni caso specificato che malattie ed effetti collaterali sono da sempre previsti quando vengono effettuati degli studi clinici, e proprio per questa ragione esistono delle linee guida ben precise da rispettare. Queste linee guida "garantiscono che i nostri studi possano essere sospesi se viene segnalato un evento avverso grave inaspettato che potrebbe essere correlato a un vaccino o al farmaco in esame”, dicono gli esperti, “quindi ci può essere un'attenta revisione di tutte le informazioni mediche prima di decidere se riavviare il lavoro”.

Una vera e propria doccia fredda quella arrivata da Johnson & Johnson, anche perché, come spiegato dal "Wall Street Journal", il suo vaccino contro il Sars-Cov-2 era uno dei più avanzati in fase di sviluppo, e fra i pochi arrivati all'ultima fase dei test, come AstraZeneca, Moderna Inc. e Pfizer Inc. I dirigenti della società statunitense avevano in precedenza dichiarato che la sperimentazione di fase 3 avrebbe cominciato a dare risultati entro la fine dell'anno corrente, o al massimo nei primi mesi del 2021. Da lunedì scorso però è tutto fermo, e spetta al comitato di sicurezza valutare se la malattia sviluppata dal volontario sia o meno correlata al vaccino.

La malattia del partecipante ai test clinici è oggetto di valutazione da parte del Consiglio indipendente per il monitoraggio della sicurezza dei dati (Dsmb) e dal nostro personale interno” ha dichiarato ancora l'azienda in un comunicato, riportato dal “Corriere della Sera”.

“Eventi avversi, come malattia o incidenti, anche seri rientrano ogni studio clinico, soprattutto se di larga scala”.

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