Coronavirus

I centri vaccinali già pronti (ma Arcuri non li vuole usare)

I centri vaccinali arriveranno in ritardo e costeranno milioni. L’alternativa c’era, ma viene esclusa dal bando. Ecco cosa c’è dietro l’ennesimo schiaffo allo spreco e chi ci guadagna

I centri vaccinali già pronti (ma Arcuri non li vuole usare)

Dovevano essere 1500. Saranno solo 21 e ci costeranno otto milioni di euro. Eppure, l’alternativa alle "primule" di Arcuri per la somministrazione dei vaccini anti Covid è ferma nei magazzini da mesi. Già pronta da usare a un prezzo conveniente. Ma gli imprenditori del settore eventi che potrebbero mettere a disposizione le loro strutture inutilizzate vengono esclusi dal bando.

Da 1500 a 21: un bluff da 8 milioni di euro

Il 13 dicembre scorso il super commissario per l’emergenza promette 1500 padiglioni temporanei per somministrare i vaccini. Passano quasi 40 giorni. Siamo al 21 gennaio e, nel bando per la fornitura, le primule volute da Arcuri diventano 21. Falciate: 1479. E gli altri padiglioni? Saranno “eretti successivamente”, si legge nel testo del bando. Non solo. Invece di 1500, il totale “non sarà superiore a 1200”. Per ora l’unica cosa certa è il costo. Il commissario all’emergenza ha stanziato 8 milioni e 599.500 euro solo per i primi 21 padiglioni. Facendo due conti, una primula costa allo Stato 409.500 euro che, moltiplicati per le 1200 strutture previste, lievitano a 500 milioni. Di soldi pubblici, ancora da trovare.

bando primule

Ma, intanto, si legge nel bando, ogni primula da 315 metri quadrati, con costo al metro quadro non superiore ai 1.300 euro, dovrà essere rigorosamente a “pianta circolare, con 20 metri di diametro”. Con “un’altezza massima sotto-trave pari a circa 2,85 metri nel punto più alto (lungo il perimetro esterno) e circa 2,70 metri nel punto più basso in corrispondenza del nucleo centrale”. Per la connessione internet dovranno essere previste delle “torrette attrezzate a pavimento”, “sonde igrometriche nei diversi ambienti” e “impianti elettrici con terminali a led”. Poi, attenzione: a corredo di ogni primula, chi vincerà il bando dovrà rendere omaggio alla struttura commissariale, realizzando “apposite targhe da posizionare permanentemente in luogo visibile all’interno e all’esterno dei padiglioni temporanei, nelle quali sarà riportata una menzione speciale per l’impegno decisivo e lo sforzo profuso dai soggetti finanziatori con indicazione del relativo marchio o brand”. Tutto, ovviamente progettato entro il 27 gennaio (data di scadenza del bando) e da realizzare “entro 30 giorni dall’avvio dell’esecuzione del contratto”. Insomma, un po’ difficile che le primule fioriranno entro primavera.

L’alternativa: c’è già e costa il 70% in meno, ma Arcuri vuole la primula da 500mila euro

Eppure un’opzione a costi ridotti e utilizzabile in una decina di giorni sta lì ferma nei magazzini delle imprese dei grandi eventi che, già a dicembre, avevano inviato le loro proposte ad Arcuri. Ma dal super commissario nessuna risposta. “Uno spreco inaccettabile – dichiara a IlGiornale.it Angela Orecchio dell’ufficio stampa di Feu, la più importante associazione di categoria - a costi enormi per realizzare ex novo strutture a pianta circolare, poi inutilizzabili una volta terminata la campagna vaccinale. Quando le nostre aziende, ferme da marzo 2020 e senza ristori, possono fornire subito a noleggio strutture già pronte nei nostri magazzini presenti in tutta Italia con un risparmio per lo Stato del 70% e la possibilità di fornire personale qualificato e supporto logistico, abbattendo costi e tempistiche”. Ma trattandosi di normalissime tensostrutture rettangolari non devono essere piaciute al super commissario che, infatti, le ha schifate, preferendo la versione “fighetta” come l’ha definita il presidente di Feu Adriano Ceccotti. Insomma, si è preferita l’operazione propagandistica dalla dubbia riuscita alla soluzione pronta all’uso che fa meno scena. “Perché - sottolinea Ceccotti - diciamocelo chiaro serve solo un luogo adatto dove vaccinarsi e non serve una primula”.

Requisiti impraticabili: il bando su misura per le “star”

Non avendo ricevuto risposta dal commissario straordinario per l’emergenza, gli imprenditori i Feu ci avrebbero anche provato a partecipare al bando. Peccato che i requisiti di accesso siano impraticabili. Le 21 mastodontiche primule devono essere completate in 30 giorni. “E in più - sottolineano da Feu - non essendo specificate le tempistiche di fornitura delle altre 1200, diventa molto difficile pianificare gli acquisti di materiale, mobilitando fornitori senza sapere se e quando serviranno”. In pratica, un suicidio per un settore in stand-by da un anno senza un euro di ristori da aprile. Ma la presa in giro non è finita. “Possono candidarsi le aziende che dichiarano e dimostrano di “aver eseguito forniture analoghe nell’esercizio finanziario 2017-2019 almeno pari al valore di Euro 154.791.000,00”. E soggetti che “hanno fatturato nel triennio su detto importi superiori ai 50 milioni di euro annui”. Criteri che, di fatto, escludono quasi tutte le imprese e che sembrano fatti su misura per poche aziende, commentano indignati da Feu.

Un bando per le “star”, le sole con cui, evidentemente, vuole avere a che fare Arcuri.

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