Cronache

Genova, serial killer ancora a piede libero. Ma il giudice insiste: "Permesso legittimo"

Si cerca l'evaso Bartolomeo Gagliano: ha preso l'autostrada con una Panda verde, poi ha fatto perdere le sue tracce

Genova, serial killer ancora a piede libero. Ma il giudice insiste: "Permesso legittimo"

È caccia all'uomo in Liguria. Da ieri si cerca Bartolomeo Gagliano, serial killer evaso dal carcere di Marassi per la quinta volta dopo un permesso premio. Dopo diverse segnalazioni senza esito in tutta la regione, sembrerebbe che la Panda van verde su cui è fuggito abbia preso l'autostrada a Genova per allontanarsi dal capoluogo. Non è chiaro poi dove sia uscito.

Il permesso grazie al quale Gagliano è riuscito a scappare "è stato rilasciato su basi legittime, dopo un lungo studio delle relazioni che riportavano da tempo una compensazione del disturbo psichiatrico, lucidità, capacità di collaborare, tranquillità e nessun rilievo psicopatologico", ha assicutato il giudice del tribunale di sorveglianza Daniela Verrina, che lo ha firmato. "Continuo a avere la speranza che questa persona capisca che si è messa in un vicolo cieco e che comprenda anche che ha un’unica opportunità: tornare indietro", ha aggiunto.

Non era la prima volta che all'uomo veniva concessa un'uscita: già ad agosto di quest'anno aveva ottenuto un "permesso premio orario subordinato all’accompagnamento da parte del cappellano del carcere". A maggio, inoltre, ne aveva ottenuto un altro per necessità per seguire la madre anziana. "È normale, a fine pena, aiutare i detenuti a reinserirsi nella società", ha detto il presidente del tribunale di sorveglianza Giorgio Ricci, "Riavvicinarli al territorio e ai servizi che dovrebbero averlo in carico quando finisce la pena. Ed è opportuno che vi si avvicini gradualmente. Non possiamo farli stare in carcere fino all’ultimo giorno e poi buttarli per la strada". Tra l'altro il caso di Bartolomeo
Gagliano "è stato il caso più studiato negli ultimi anni".

La procura ha intanto ascoltato il panettiere Maurizio Revelli, che Gagliano aveva sequestrato per farsi accompagnare da Savona al carcere e che ha riferito dei drammatici momenti in cui gli è stata puntata la pistola: "Era un’arma semiautomatica. Non so dire se vera o falsa, ma sembrava vera". Gagliano lo ha obbligato a raggiungere la casa della madre, dove ha preso tre borsoni con la propria roba, segno che aveva premeditato la fuga: il permesso di cui stava godendo sarebbe durato soltanto due giorni."«Mi ha sempre tenuto sotto tiro", ha raccontato l’uomo, "Poi siamo risaliti in auto e mi ha fatto andare a Genova in autostrada. Mi ha raccontato la sua vita, mi ha detto che ha fatto tanto carcere e che sarebbe dovuto rientrare". Gagliano ha cambiato idea solo all’ultimo, intimando al panettiere di scendere dalla Panda in via De Marini.

"Mi ha detto di non chiamare la polizia per un po', così avrebbe avuto il tempo di scappare".

 

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