Alcune domande sono ineludibili e qualcuno, prima o poi, deve avere il coraggio di porle. Come sta il governo Draghi? Ma ancora di più: chi lo sostiene veramente? Perché, diciamolo chiaramente, la pagliacciata dei penultimatum e delle minacce del Movimento 5 Stelle non può durare all'infinito. Ne va della dignità dell'esecutivo e del rispetto delle istituzioni. O almeno di quello che ne rimane. La goccia cinese che il leader grillino fa precipitare, ormai quotidianamente, sulla fronte di Mario Draghi non è solo una tortura per il premier, ma un affronto a tutta la maggioranza. La scissione di Luigi Di Maio e i mortificanti risultati elettorali delle ultime elezioni amministrative, non sono una motivazione valida per giustificare la nevrosi con la quale i pentastellati si accaniscono sull'esecutivo, senza aver poi mai il coraggio di prendere una decisione netta. In un momento così delicato, dal punto di vista nazionale e internazionale, non si può sequestrare un Paese nella speranza di guadagnare qualche punto decimale nei sondaggi. L'improvviso incontro di Draghi con Mattarella, di ieri sera, ne è l'ennesima dimostrazione.
I grillini vogliono sfasciare tutto? Se ne assumano la responsabilità politica e morale. Da queste colonne abbiamo sostenuto, sin da tempi non sospetti, il governo dell'ex numero uno della Bce. Ma non a tutti i costi. Non se è vittima di un logoramento costante, se è sotto scacco di una manica di improvvisati e - soprattutto - se non è più in grado di prendere decisioni rapide e condivise. Aggiungiamo i turbamenti del Pd che, ringalluzzito dalle Comunali, ha tentato invano di tornare all'attacco con temi che, più che divisivi, andrebbero definiti provocatori per la maggioranza. Ma veramente qualcuno pensa che sia questo il momento giusto per parlare di cannabis o ius scholae? Solo chi ragiona con la logica - meschina e di basso cabotaggio -, del tornaconto personale, delle bandierine da sventolare nella speranza di imbambolare gli elettori.
Dunque, di fronte a questo scenario farsesco, ci sono solo due possibilità: infilare la testa sotto la sabbia e fingere che il governo non sia nel pantano. Oppure sminare il ricatto grillino, fare calare il sipario sulla lunga sceneggiata di Conte.
Forza Italia e la Lega hanno imboccato questa strada: quella della verifica
di governo. Per capire, finalmente, chi sta con chi. È un check up generale, una visita di controllo per scoprire se l'esecutivo ha ancora la forza per andare avanti. Altrimenti si tratterebbe di accanimento terapeutico.
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