"Il quotidiano non dice bugie, descrive una realtà che è sotto i nostri occhi da anni e la mia sensazione è che, fuori dall'Italia, si soffra per Roma più che a Roma. Se gli americani avessero una città come questa, non la tratterebbero così. E questo mia addolora". Gigi Proietti, intervistato da La Stampa, commenta così l’inchiesta del New York Times sull’incuria e il degrado di Roma.
"Quello che sento - prosegue l’attore - è un disagio doloroso, come se stessero provando a strapparci dal cuore una città che non è più difendibile". Una situazione che perdura ormai da troppo tempo “ma piano piano il senso d'abbandono si è come radicato, ci si sente impotenti, forse anche perché quelli che dovrebbero fare si comportano da "sorci"...". Proietti si scaglia contro i politici che “devono prendersi le loro responsabilità, prima di tutto nei confronti della cittadinanza.
I problemi sono tanti, tutto si è incrudelito, ma è anche subentrata la rassegnazione". E infine un appello ai suoi concittadini: "Se non ci sono organismi all'altezza, tocca a noi ribellarci, agire, accettare idee e aiuto, soprattutto far diventare Roma la capitale amata dal Paese intero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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