"Sempio ammetta che l'alibi era falso. Ma non è lui il killer"

L'avvocato Carlo Taormina: "Era lì insieme a Stasi, ora è il momento di farsi avanti e spiegare"

"Sempio ammetta che l'alibi era falso. Ma non è lui il killer"
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Carlo Taormina ha 84 anni e una carriera molto lunga come avvocato. Tra gli altri ha difeso Craxi e Andreotti, e anche Anna Maria Franzoni per il delitto di Cogne. È stato deputato e ha fatto parte di uno dei governi Berlusconi come sottosegretario all'Interno. In seguito ai suoi tweet sul delitto di Garlasco è divampata la polemica.

Avvocato, lei ha suggerito ad Andrea Sempio di andare in Procura e spiegare perché si era costruito un falso alibi. Perché questo consiglio?

"Da diverso tempo ho criticato la posizione della difesa di Sempio. L'ho criticata quando gli consigliarono di non rendere l'interrogatorio al quale era stato convocato. Fu un errore. Era un momento importante nel quale avrebbe potuto mettere le basi di una sua ricostruzione dei comportamenti tenuti in quel 13 agosto 2007. Ora si ripresenta l'occasione. Il momento è molto grave, almeno secondo le informazioni che abbiamo. Sembra che stiano valutando non solo il possibile concorso in omicidio, che già sarebbe una cosa gravissima, ma addirittura l'ipotesi di sostituire la figura di Stasi con quella di Sempio. Cioè l'ipotesi che sia lui l'assassino".

Siamo al momento più drammatico di questa indagine. E in un momento così lei consiglia Sempio di andare in Procura e ammettere delle colpe?

"Starsene fermi dopo essersi messi a disposizione per le misurazioni antropometriche a me sembra sbagliatissimo. È il momento di farsi avanti e di spiegare come stanno le cose".

Cosa deve andare a dire ai magistrati?

"Vada lì a dire che si era fatto un falso alibi, se quell'alibi è falso".

Se è falso non è una buona cosa per Sempio.

"La falsità dello scontrino e dell'alibi non è un indizio di colpevolezza. Può essere spiegata. Si può spiegare persino l'eventuale comportamento corruttivo, se c'è stato, nei confronti del procuratore Venditti".

Come si può spiegare?

"Nell'uno e nell'altro caso si può essere stati spinti dalla voglia di liberarsi di questa cappa, e risolvere il problema. Se hai fatto, eventualmente, queste due cose, non vuol dire che sei l'assassino. Non è automatico: falso alibi, quindi colpevole".

L'ipotesi di corruzione di Venditti?

"Non so se è vera. Ma se Venditti è stato corrotto o se qualcuno ha fatto credere ad Andrea Sempio che Venditti era corrompibile e poi ha fatto sparire i soldi, neanche questa è una prova. Il Codice penale prevede il reato del pubblico ufficiale se prende i soldi. Anche se li prende per fare il proprio dovere. In quel caso è colpevole il Pubblico ufficiale ma l'archiviazione è valida".

Lei ha parlato di follie investigative.

"Sì, ma non di investigatori folli. Io sono rispettoso verso i magistrati. La follia è quella che ho visto fino a oggi: l'impronta 33, l'impronta della mano insanguinata... patacche. La mia è una critica ai fatti oggettivi, non alle persone. La follia delle indagini nessuno la può negare. Quella impronta 33 mostrata al Tg1 non è follia?".

Lei dice che Sempio era sul luogo del delitto ma non ha ucciso. Qual è la sua ricostruzione?

"La mia ricostruzione è questa: Sempio era lì insieme a Stasi ma non è l'assassino. È solo un'ipotesi la mia. Io dico: guardate, c'è un'altra pista".

Me la spieghi meglio questa ipotesi.

"Sempio frequentava i Poggi tutti i giorni, era amico di Marco Poggi, giusto? Allora è strana l'affermazione che non conosceva Chiara. Lui la conosceva, forse la conosceva bene, magari Stasi pensava che qualcosa ci fosse tra Chiara e Sempio... E magari quella mattina del 13 agosto Chiara aprì la porta prima all'uno e poi all'altro".

Ma se c'era una rivalità tra Sempio e Stasi, perché Stasi avrebbe ucciso Chiara?

"Non lo so. Però mi chiedo: perché Stasi non ha mai detto niente su cosa successe? Come mai non ha mai accusato Sempio? Io penso che i loro silenzi siano spiegabili per un rispetto della persona di Chiara Poggi".

L'avvocato Lovati che gioco sta facendo?

"È una persona di straordinaria intelligenza. Teso ad un'opera di copertura dall'esterno".

Lei avrà notato che l'altro giorno l'ordine degli avvocati ha trasmesso alla Procura le carte su di lui. C'entra il colloquio con Corona?

"Credo che quella storia con Corona sia andata più avanti di quel che sappiamo. Credo che Lovati abbia svelato cose a Corona che sono in contrasto con la difesa di Sempio".

Torniamo al punto di partenza?

"Sì. Sempio nega tutto e questo è il più grave errore che ha commesso".

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