L’Ottava Arte secondo l’Espresso

La presentazione a Milano delle storiche guide è stata l’occasione per celebrare la gastronomia, ormai alla pari di architettura, scultura, pittura, musica, poesia, danza e cinema. Ventuno i 5 Cappelli, tra i quali sei con 20/20: Massimo Bottura, Carlo Cracco, Niko Romito, Ciccio Sultano e per la prima volta anche Antonino Cannavacciuolo e Moreno Cedroni

L’Ottava Arte secondo l’Espresso
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L’Ottava Arte. Dopo architettura, scultura, pittura, musica, poesia, danza e cinema, c’è l’enogastronomia, che esprime il meglio del savoir vivre italiano e non solo. Ed con questa consacrazione che giovedì scorso a Milano, al Teatro degli Arcimboldi di Milano, davanti a oltre mille ospiti tra chef, produttori di vino, operatori del settore, istituzioni e stampa, sono state presentate le Guide dell’Espresso: “I 1000 Ristoranti d’Italia”, giunta all’edizione numero 46, oltre alla versione enologica “I 1000 Vini d’Italia”.

Sono 21 i ristoranti che quest’anno hanno ottenuto il massimo riconoscimento dei 5 cappelli, tra cui tre guidati da chef donne: Antonia Klugmann dell’Argine a Vencò di Dolegna del Collio, Jessica Rosval del Gatto Verde di Modena e Nadia Santini, storica chef di Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio. Ben sei ristoranti hanno raggiunto il punteggio massimo di 20/20: Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena, Cracco in Galleria di Carlo Cracco a Milano, Reale di Niko Romito a Castel di Sangro, Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa Ibla e, per la prima volta, anche Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo a Orta San Giulio e Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni a Senigallia.

Gli altri ristoranti con 5 cappelli sono Antica Corona reale di Cervere (chef Gian Piero Vivalda), Piazza Duomo di Alba (chef Enrico Crippa), D’O di Cornaredo (chef Davide Oldani), Da Vittorio a Brusaporto (chef Chicco e Bobo Cerea), La Peca di Lonigo (chef Nicola e Pierluigi Portinari), Le Calandre di Rubano (chef Massimiliano Alajmo), Enoteca Pinchiorri di Firenze (chef Riccardo Monco), Uliassi di Senigallia (chef Mauro Uliassi), Dalla Gioconda di Gabicce Monte (chef Davide Di Fabio), La Pergola di Roma (chef Heinz Beck), Quattro Passi di Nerano (chef Fabrizio Mellino), La Madia di Licata (chef Pino Cuttaia).

Accanto ai massimi riconoscimenti, sono stati assegnati anche i premi speciali, pensati per valorizzare talenti capaci di imprimere direzioni inedite alla cucina e al vino italiani. Tra questi, il premio come Miglior Giovane è andato a Luca Adobati (Casa Romano) e il premio Miglior Outsider, un nuovo riconoscimento introdotto quest’anno, è stato consegnato ad Alberto Gipponi (Dina). Poi Miglior Maître Nicola Dell’Agnolo del Luogo di Aimo e Nadia di Milano, Migliore Sommelier Nicoletta Gargiulo di O Me o il Mare di Gragnano, Migliore Carta dei Vini ad Achilli a Parlamento di Roma.

La presentazione è stata anche un momento di incontro tra istituzioni e protagonisti della scena culturale italiana, con tre talk dedicati a “Sapori d’Italia”, “Fuori Scena. Outsider” e “L’estetica dell’Ottava” che hanno approfondito il ruolo dell’enogastronomia come motore culturale e innovativo dell’Italia.

Sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi, Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe — Federazione italiana pubblici esercizi — e Jacopo Veneziani, storico dell'arte e divulgatore.

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