A “Live non è la D’Urso” dopo Luigi Di Maio, interviene il Governatore della Puglia Emiliano che sta organizzando in tempo di record la sanità di una regione che sta vedendo ormai da settimane centinaia di migliaia di conterranei che lasciano in nord per ritornare a casa con il timore di portare l’infezione e quindi di amplificala al sud.
“In questo giorni mi sento come un generale prima della battaglia - racconta il governatore - sempre che gli ospedali siano delle difese, i ventilatori cannoni e le mascherine fucili. Per questo vorrei ringraziare tutti gli operatori della sanità pugliese che stanno facendo miracoli”. Come è ora la situazione in Puglia con tutti i migliaia di pugliesi che stanno scendendo? chiede Barbara D'Urso “Milano è la seconda città della Puglia - racconta - inostri stanno tornando a casa perché si sono spaventati del collasso sanitario e immaginano di poter essere meglio assistiti qui”.
Poi racconta delle difficoltà che sta incontrando nel riorganizzare gli ospedali per prepararsi all’arrivo del virus: “Organizzare non è stato facile abbiamo letteralmente smontato pezzi di ospedale e rimontati da altre parte ma ci siamo riusciti. Al momento ci mancano 220 ventilatori polmonari ma ho già parlato con il Ministro Boccia e Arcuri (nuovo commissario per le emergenze) che ce li hanno promessi. Non ci servono subito, in caso anche dopo così che quando da noi sarà finita da noi potremmo aiutare il resto del sud”.
Arriva poi il problema dei presidi medici e delle mascherine che non si trovano ed Emilano ha delle idee molto chiare su questo: “La storia delle mascherine è una porcheria. Le fabbriche qui hanno smesso di farle perché si guadagnava poco, ora sono più preziose della cartamoneta, e se vai al supermercato con le mascherine puoi anche fare la spesa e pagare con quelle. Questa è una cosa molto grave quasi da servizi segreti, perché con la storia dei presidi medici si possono tenere in scacco intere nazioni. Noi stiamo attuando il fermo del paese per far salvare ospedali e medici, se non le abbiamo, tutto questo viene vanificato”.
Le Mascherine per "togliere la polvere"
In tutto questo interviene il giornalista Marco Oliva, che mostra le mascherine che sono arrivate alla regione Lombardia. “Sono arrivate e sono state poi ritirate dalla regione Lombardia 200.000 mascherine che sembrano degli stracci per pulire la polvere”. Un problema enorme questo che mette gli operatori sanitari in grave rischio per la loro salute, tanto che attualmente 500 tra medici e infermiere sono stati infettati.
Su questo interviene Gianluigi Nuzzi che si dice estremamente preoccupato dal fatto che questo virus non durerà per poco tempo, ma leggendo su riviste scientifiche si parla addirittura che se ne avrà per tutto il 2020. “Non è che dai primi segni positivi che si vedranno in Lombardia bisogna gridare vittoria. Con la migrazione che abbiamo avuto da nord a sud non si fermerà. Se a Milano ci si sta organizzando per fare nuovi ospedali è perché ci sia aspettano ancora molti casi. Quando ci sarà la fase discendente si dovranno aspettare almeno altri due cicli di incubazione visto che di questo virus si sa veramente poco. Questa storia cambierà i nostri cicli di vita”.
L’intervento di Borrelli
Nella questione interviene telefonicamente anche Angelo Borrelli capo della protezione civile, che vuole chiarire alcuni punti. “Quelle mostrate sono mascherine che hanno un uso diverso dal personale sanitario, sono usate per evitare di contagiare gli altri ma non da parte del personale sanitario. Ovviamente per quanto riguarda il personale sanitario, noi garantiamo la fornitura di mascherine adatte”.
E allora per chi erano destinate quelle che sono arrivate? Chiede giustamente la D’Urso? “Ai volontari e ai dipendenti pubblici nei casi in cui si deve evitare di diffondere il virus”, spiega Borrelli chiarendo.
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