Cronache

Guerriglia urbana e scontri etnici per una donna velata a Tolosa

Incendi e assalti ai poliziotti nella notte a causa delle tensioni tra le forze dell'ordine e una donna coperta con il velo che si è rifiutata di mostrarsi

Guerriglia urbana e scontri etnici per una donna velata a Tolosa

Continuano gli scontri a Tolosa, in Francia, dove in questi giorni decine di cassonetti e automobili sono stati dati alle fiamme. Tra incendi e attacchi alle forze dell'ordine, la città del Sud Ovest della Francia è colpita ormai da un costante clima di guerrilia urbana. Come riporta La Verità, gli episodi nel quartiere Grand Mirail che hanno provocato le tensioni sono diversi. Prima di tutto un detenuto sarebbe morto nella sua cella. L'uomo è stato trovato impiccato, un suicidio forse ma, secondo diverse persone del quartiere, potrebbero invece essere responsabili i secondini. Il fatto ha scatenato una reazione a catena. Prima i detenuti: 200 di loro si sono infatti rifiutati di rientrare nelle loro celle per protestare. Poi, sempre come riporta il quotidiano, un appello sui social network ha scatenato le reazioni degli abitanti del quartiere. "Colpite gli sbirri", hanno scritto diverse persone. Un altro episodio riguarda una donna coperta con il niqab. Coperta completamente dal velo, la donna è stata fermata dalle forze dell'ordine per un controllo. Gli agenti l'hanno invitata a togliersi il velo ma lei si è rifiutata, limitandosi a mostrare una fotocopia del documento. La tensione è salita al punto che la donna è stata ammanettata e sbattatuta a terra. Intanto più di 30 persone che hanno visto la scena si sono avvicinate e sono state subite allontante con dei lacrimogeni. La tensione nel quartiere è alle stelle. La guerriglia urbana tra gruppi etnici diverse e gang affolla ogni giorno le strade. Solo qualche anno fa Tolosa è stata inoltre teatro di diversi attacchi jihadisti: nel 2012 tre militari furono uccisi in due agguati, qualche giorno più tardi un islamista aprì il fuoco davanti a una scuola ebraica uccidento 4 persone, tra cui 3 bambini.

Il responsabile era un franco-algerino vicino ad Al Qaeda.

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