Coronavirus

Siamo uscendo dalla pandemia? Ecco i 4 parametri per capirlo

Campagna vaccinale, scuole, indice Rt ed ospedalizzazioni: sono questi i 4 parametri per capire come evolve la pandemia. Ecco cosa hanno detto alcuni esperti

Siamo uscendo dalla pandemia? Ecco i 4 parametri per capirlo

È tornata la scuola in presenza, gli uffici della pubblica amministrazione a breve torneranno interamente in presenza e si va verso l'ampliamento della capacità di cinema, teatri e stadi. Queste misure fanno intendere che la pandemia da Covid-19, a pochi mesi dai due anni, sembra sotto controllo ma guai ad abbassare la guardia: variante Delta, non vaccinati ed altre variabili imprevedibili possono giocare brutti scherzi.

"Ecco quando saremo davvero protetti"

L'andamento della stagione autunnale dipende dal nostro comportamento: è questo il pensiero di Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza e professore ordinario di Sanità pubblica all'Università Cattolica di Roma. "Se continuiamo su questa strada la risalita dei casi sarà tenuta sotto controllo e avremo un autunno sereno, al contrario dell’anno scorso", ha affermato. Per l'igienista, il parametro da tenere sotto controllo è l'andamento della vaccinazione considerata "a buon punto" ma che "è importante proseguire". Il nuovo obiettivo da raggiungere è 90, la paura nella cabala napoletana. "La situazione sarà completamente sotto controllo quando avremo il 90% della popolazione protetta", sottolinea l'esperto. Fondamentali, comunque, i comportamenti da mantenere quando si è in collettività con mascherine, distanziamento e massima attenzione.

"Molto dipenderà dalla scuola"

Un aspetto chiave per capire l'andamento della pandemia, oltre alla riapertura degli uffici pubblici, sarà la scuola: è iniziata da un paio di settimane e già decine di classi sul territorio nazionale sono in quarantena (e in dad). La situazione, comunque, appare sotto controllo. "Le cose continueranno ad andare bene a meno che si concretizzi uno dei tre rischi più importanti. Il primo è la diminuita efficacia dei vaccini, che a vedere Israele riguarda Pfizer. Poi c’è la scuola. In primavera, però, quando abbiamo riaperto, l’impatto è stato lieve basso e credo che lo sarà anche stavolta. La terza incognita riguarda l’eventuale comparsa di una nuova variante, ipotesi che mi pare più remota", afferma l'epidemiologo Carlo La Vecchia, ordinario all'Università di Milano, al quotidiano La Repubblica. Oltre alla scuola, l'esperto ipotizza che, alla situazione attuale, si continueranno ad avere al massimo 2.500 contagi ogni giorno ed i ricoveri continueranno a diminuire (insieme ai decessi). Semmai, il problema può riguardare i più piccoli (sotto i 12 anni) che non possono vaccinarsi diventando veicolo di diffusione ma, anche in questo caso, le notizie sono positive. "I bambini non possono vaccinarsi ma si ammalano meno seriamente e contagiano poco, gli insegnanti sono ben coperti - sottolinea La Vecchia - Tra l’altro, le scuole sono riprese ormai da 2 settimane e non è successo niente. Buon segno".

"Tenere l'indice Rt sotto l'1"

Un terzo parametro, utilizzato tantissimo nei primi mesi della pandemia, per conoscere lo stato di salute della collettività è l'indice Rt: controllare la scuola ma stare attenti, soprattutto, alle riaperture previste entro la metà di ottobre per cinema, teatri ed eventi sportivi. "Devono essere caute e graduali anche perché la nostra conoscenza sul loro impatto è molto scarsa", afferma l'epidemiologo e matematico Stefano Merler, consulente dell'Iss che fa parte della fondazione Kessler di Trento. "La cosa positiva è che partiamo da un Rt a 0,8 quindi c’è margine per aumentare la socialità senza far arrivare l’indice a 1, che è la soglia di sicurezza". L'esperto sottolinea l'importanza dei comportamenti personali che, nonostante l'alta copertura vaccinale, possono far scattare il rischio di nuovi focolai ed una ripresa della pandemia. "Vanno tenuti come sempre sotto controllo l’Rt, i ricoveri e i contagi. Ma più importante ancora è prevenire, e quindi le persone non devono pensare che tutto sia finito", conclude.

"Fare attenzione agli ospedali"

È forse il parametro più importante da tenere sotto controllo e riguarda il numero dei ricoveri nei reparti ordinari ed in terapia intensiva: il direttore del reparto di Malattie infettive del San Martino il Genova, Matteo Bassetti, predica calma per cantare vittoria. "Sicuramente con il cambio del clima e la vita in ambienti chiusi vedremo un aumento dei casi, come in Inghilterra. Scordiamoci l’Rt a 0,8 e gli ospedali con i letti occupati ai livelli di oggi". Insomma, per l'infettivologo andreamo incontro ad un aumento generalizzato di positivi al Covid-19: i più esposti, ovviamente, saranno i non vaccinati e coloro i quali il vaccino funziona poco. Una lunce in fondo al tunnerl, però, si vede, se anche Bassetti non crede che gli ospedali torneremo a livelli preoccupanti di occupazioni ospedaliere come nei mesi scorsi. "In crisi come nei mesi più duri non ci andranno più - afferma a Repubblica - Merito delle vaccinazioni, anche se non è ancora il momento di dire che andrà tutto bene".

Quattro esperti, quattro pensieri comuni: il peggio sembra, davvero, essere passato. Continueremo sì a convivere con il virus ma senza la paura e la situazione di alcuni mesi fa. E il 2022 potrebbe essere l'anno giusto per la svolta. "Secondo me a primavera dell’anno prossimo volteremo pagina. Certo, vedremo ancora persone ricoverate in ospedale per il Covid. Del resto abbiamo tra i 7 e i 12mila morti all’anno per l’influenza.

Ma grazie ai vaccini le persone a rischio saranno sempre meno", conclude Bassetti.

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