Scena del crimine

Quei noir tra finzione e cronaca: "Spesso la realtà supera la fantasia"

L'intervista allo scrittore Fabrizio Carcano, che nei suoi libri noir fonde realtà e finzione, in un equilibrio che vede intrecciarsi i delitti di cronaca vera con la finzione della trama, ambientata in una Milano esoterica

Quei noir tra finzione e cronaca: "Spesso la realtà supera la fantasia"

Dal delitto di Yara Gambirasio, fino alle vicende legate al Mostro di Firenze e alle Bestie di Satana. Sono alcuni dei casi di cronaca nera alla base dei libri di Fabrizio Carcano, scrittore di noir che in un'intervista al Giornale.it rivela come nelle trame dei suoi libri la fantasia si mescoli alla realtà.

Quando e da dove arriva l'idea di prendere spunto dai casi di cronaca per costruire la trama dei suoi libri?

"Ho lavorato nella redazione di un quotidiano e lavoravo col padre di una delle Bestie di Satana. Così nel 2004 ho vissuto in diretta tutto quello che è successo, dall'arresto dei ragazzi alla scoperta della Setta, quindi dai sospetti sul delitto passionale fino alla scoperta dei corpi sepolti nel bosco. All'epoca ero abbastanza lontano dall'idea di scrivere un libro, ma questa vicenda mi aveva molto colpito e da lì è partita la sintonia iniziale, che mi ha spinto successivamente ad abbinare i casi di cronaca nera alle trame di fantasia. Dopo qualche anno ho capito che potevo provare a scrivere un libro, uno solo, gli Angeli di Lucifero, in cui raccontavo la storia di una setta satanica a Milano abbinandola all'arte di Leonardo da Vinci. È nato così il mio primo libro, dopodiché sono arrivati gli altri e mi sono reso conto che se volevo stare a galla come scrittore dovevo ancorarmi alla realtà, perché la fantasia non mi aiutava abbastanza. Quindi ho cominciato a prendere spunto da storie di cronaca nera abbastanza lontane nel tempo e a metterle sotto forma di romanzo. Ho raccontato diversi gialli italiani, dal mostro di Foligno, fino a quelli meno conosciuti, come il delitto di Lidia Macchi, un giallo tuttora irrisolto dopo 33 anni che mi ha dato spunto per scrivere Il Codice di Giuda. In generale, prendere spunto dai casi di cronaca è un modo per tenere il lettore più incollato alla lettura, ancorandola alla realtà, anche se è spesso lontana e sfocata".

Da dove parte per costruire la trama? Studia a fondo i casi?

"Solitamente conosco le vicende di cronaca nera perché le ho trattate, ma leggo anche molti libri e approfondimenti. Non li studio a fondo, perché i miei non sono saggi, ma romanzi di fantasia: prendo spunto dai casi di cronaca e li ambiento nella Milano di oggi. Fa eccezione solo Il mostro di Milano, un caso che ho ricostruito perché volevo portare alla luce una storia che nessuno conosceva: in questo libro ho inserito riferimenti precisi".

Quanto c'è di reale nei suoi libri?

"I miei romanzi sono realistici: racconto Milano e ricostruisco i metodi di indagine in modo veritiero, perché ho studiato giurisprudenza e conosco bene le procedure. Sicuramente ci sono dei riferimenti alla realtà, ai casi di cronaca reali, ma nei libri cambio le date, i tempi, a volte anche le vittime e ambiento le vicende a Milano. Diciamo che chi ha l'occhio buono può riconoscere il caso di cronaca, ma non è così scontato. A me serve per accompagnare il lettore nella storia. ​Adesso, per esempio, sto scrivendo un nuovo libro, in cui racconto del serial killer delle carte da gioco che ha colpito a Padova nel 2001, ma sposto la vicenda a milano, la anticipo di qualche anno e cambio totalmente le vittime. A volte, però, inserisco nel testo piccoli camei: il mio commissario, per esempio, può trovarsi sul tavolo il fascicolo di un caso già risolto".

Qual è la cosa più difficile nel fondere realtà e letteratura?

"In realtà io in genere fondo religione e esoterismo con la cronaca nera, anche se i delitti non sono quasi mai legati a una matrice esoterica: si uccide quasi sempre per denaro e per sesso. La difficoltà vera è riuscire ad ambientare a Milano nel 2020 fatti avvenuti in un passato abbastanza lontano. Ho poca fantasia, per questo prima inserisco uno scheletro preso in parte dalla realtà. Poi, una volta fatto questo passaggio, la Milano di oggi mi permette di trovare l'inventiva per mettere insieme la storia".

A volte si è ispirato a casi molto cruenti. È vero che la realtà supera la fantasia?

"Sì assolutamente, lo dico spesso anche nelle presentazioni. Ci sono alcuni delitti realmente accaduti che sono stati così feroci da turbarmi. Nei libri è difficile trovare una simile freddezza e ferocia, anche di progettazione. Le vittime sono 'sporche' di crimini più o meno gravi, tanto che il lettore non trova empatia con loro. Nella realtà invece muoiono anche tante brave persone, alcune uccise in modi incredibili: vedere l'uomo della porta accanto, che il giorno dopo ammazza qualcuno è qualcosa che ti turba. Ma, nei libri, la mia regola è 'niente lacrime'.

Per cui sì, la cronaca supera la fantasia".

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