I nemici del governo e i nemici del Paese

I magistrati della Corte dei Conti a sorpresa non hanno dato l'ultimo via libera alla partenza dei lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina

I nemici del governo e i nemici del Paese
00:00 00:00

Sarà anche una coincidenza, ma nel giorno in cui si approva la riforma della giustizia, la giustizia blocca, con motivazioni capziose, uno dei provvedimenti simbolo di questo governo. I magistrati della Corte dei Conti a sorpresa non hanno dato l'ultimo via libera alla partenza dei lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, grande opera per la quale era tutto pronto: investimenti per oltre dieci miliardi, migliaia di lavoratori che si erano già prenotati certi di portare a casa ottimi salari per diversi anni. Solo uno stupido può sostenere che non si tratti dell'ennesima sentenza politica per mettere il bastone tra le ruote a un centrodestra che si ostina a provare a togliere il Paese dalle secche dopo oltre un decennio di governi pasticcioni e inconcludenti. Chi oggi a sinistra festeggia per la decisione è un anti italiano, è uno che spera di lenire le sue frustrazioni a danno di tutti gli italiani.

La domanda è financo banale: se un governo non può decidere le politiche di sviluppo (vedi il Ponte), non quelle che riguardano la sicurezza (tipo i centri di accoglienza in Albania), non quelli che riguardano il sistema giudiziario (la rivolta in corso contro la riforma), che ce lo teniamo a fare nel nostro ordinamento istituzionale? Se l'ultima parola deve spettare non al Parlamento eletto, non al presidente della Repubblica nominato da eletti, bensì a uno dei poteri più auto referenziali, ideologici e marci (come emerso dal caso Palamara), che votiamo a fare? A me viene un dubbio atroce: vuoi vedere che la nostra Costituzione non è esattamente "la più bella del mondo" come recitato in diretta da Roberto Benigni in una fortunata serie televisiva? Indro Montanelli ebbe a dire: "Questa Costituzione porta male gli anni da quando aveva un giorno", in quanto pensata per esautorare il potere esecutivo a vantaggio di un consociativismo che impedisse l'esercizio della democrazia diretta. Cioè per evitare che la volontà popolare (che aveva insediato il fascismo) potesse avere il sopravvento sui poteri e le corporazioni dello Stato. E purtroppo ancora lì siamo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica