I numeri che smentiscono gli ultras dell'allarmismo

I sondaggi smentiscono gli allarmismi: il reale bilancio dei 720 giorni a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi

I numeri che smentiscono gli ultras dell'allarmismo
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Nessun allarme. Nessun catastrofismo. La guerra civile non è alle porte e la luna di miele tra il governo Meloni e i cittadini - tra alti e bassi - non è ancora giunta al capolinea. A smentire gli allarmismi dei piromani che spargono costantemente benzina sul fuoco delle tensioni sociali arrivano i numeri: a due anni dal suo insediamento l'esecutivo di centrodestra gode di buona salute. Potrebbe stare meglio? Probabilmente sì - c'è sempre margine di miglioramento - ma è molto più in forma di quasi tutte le maggioranze che, negli ultimi quindici anni, lo hanno preceduto e hanno oltrepassato la boa dei 720 giorni a Palazzo Chigi. Il quadro che Nando Pagnoncelli, sondaggi alla mano, ha pubblicato sul Corriere della Sera di domenica, è sì un paesaggio in chiaroscuro, ma dai contorni piuttosto netti.

Quasi due anni dopo il suo insediamento il governo e la premier hanno un calo di consensi (7 punti l'esecutivo, -10 la presidente del Consiglio), ma in media sono «meno esposti al logoramento degli altri». Una flessione fisiologica (solo Gentiloni e il Conte 2 avevano dati in controtendenza, ma partendo da una popolarità molto più bassa) che caratterizza tutti i governi democratici vicini alla metà del loro percorso, cioè quando le misure promesse in campagna elettorale sono state messe in atto, ma non hanno ancora espresso del tutto i loro aspetti positivi. Tecnicamente e psicologicamente il momento peggiore, specialmente per un esecutivo decisionista, che non ha scelto di camuffarsi nelle sabbie mobili dell'immobilismo. Dunque, inevitabilmente, le opinioni degli elettori e dei cittadini si rimescolano: la politica estera, i sostegni per le imprese e la gestione del Pnrr convincono gli italiani che, invece, sono più scettici e critici sui temi del lavoro, del contrasto alla denatalità e del funzionamento della Pubblica amministrazione. A Palazzo Chigi non hanno da tirare fuori le bottiglie di champagne, ma possono serenamente bersi una tazza di tè.

Quindi il senso di questi sondaggi è che la notizia dello smottamento dei consensi del governo Meloni era fortemente esagerata. Per due anni abbiamo udito le urla scomposte di chi ci avvertiva di un incipiente ritorno del fascismo, del rischio dell'isolamento internazionale, del pericolo per la tenuta dei conti e soprattutto di un crescente malcontento in Italia, di uno iato non suturabile tra governo e cittadini. Ora i numeri, nella loro asettica freddezza, ci raccontano uno scenario totalmente differente, lontano dalla furia della polemica e dalla contrapposizione violenta: sembra quasi un Paese normale.

Nessun tracollo, nessuna emergenza, alla faccia dei profeti di sventura che per tirare acqua al proprio mulino sono pronti ad auspicare il fallimento di un intero sistema Paese. Non serve sfoderare né ansiogeno pessimismo, né un euforico ottimismo, ma solo un (tranquillizzante) bagno di realismo.

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