I servizi segreti dopo Dacca cercano 007 nelle università

Non solo soldati, ora i nostri servizi segreti cercano agenti tra la società civile. Lo screening soprattutto alla Sapienza e alla Bocconi

I servizi segreti dopo Dacca cercano 007 nelle università

Non solo i soldati possono dientare 007. Ora i servizi segreti cercano agenti anche nella società civile. Le competenze sono quelle che servono, soprattutto dopo gli ultimi attentati terroristici di Dacca e le altre sfide islamiste che si propongono.

La ricerca dei servizi segreti

Il comparto della sicurezza italiana, scrive il Resto del Carlino, ha capito che per far fronte alle nuove minacce è necessario investire. Ma poiché i fondi sono pochi (gli Usa investono 80 volte tanto il budget dell'Italia), è necessario puntare sulla qualità degli agenti. E così ora i nostri servizi guardano non solo a soldati e forze dell'ordine, ma anche alla società civile e, soprattutto, alle univesrità.

Nel 2009, racconta ancora il Carlino, fu fatta una convenzione con 29 atenei italiani: le Università segnalano giovani "capaci e vocati" i quali potrebbero finire a fare gli analisti per conto dei servizi segreti, oppure ottnere anche ruoli operativi. Come già successo in Afghanistan.

In particolare, i servizi segreti cercano economisti, analisti finanziari, esperti di energia e di informatica. Non solo la cybersecurity, ma anche linguisti capaci di parlare fluentemente l'arabo classico, il cinese e i tanti dialetti arabi, poi ancora il russo, il turco, urdu, dari e pashtun.

Tanto è l'interesse dei servizi alle Università che alla Sapienza e alla Bocconi sono stati anche organizzati corsi specifici durante gli anni

accademici. Uno screening severo cui però hanno partecipato in tanti. Dal 2009, gli assunti nei servizi dopo questi screening sono circa 30 l'anno, anche se negli ultimi tempi il numero potrebbe essere cresciuto a 50 l'anno.

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