Un orrore incredibile quello che trapela dagli agghiaccianti verbali di Angelo Izzo a Belluno il 12 agosto del 2015 con il procuratore Francesco Saverio Pavone.
I testi dell'interrogatorio sono stati resi noto da Il Gazzettino e riguardano il rapimento di Rossella Corazzin, 17enne di San Vito al Tagliamento, sparita a Tai di Cadore il pomeriggio del 21 agosto 1975. "Eravamo guerrieri, quindi stupravamo, rapinavamo, rubavamo. Questo come la nostra mentalità, aveva anche lo scopo di legarci tra noi, personaggi dell’ambiente pariolino".
Il mostro del Circeo rincara anche la dose: "Facemmo la stessa cosa del Circeo. Il Circeo se lo rilegge alla luce di quanto le ho detto si accorgerà che è esattamente la stessa storia". E il suo resoconto è molto simile a un thriller dia contorni ancora oscuri.
Una storia in cui rientrano rituali folli, sevizie e perversioni. "Incontrai questo Francesco Narducci e Stefano D.L., che erano più addentro a queste storie massoniche e mi dissero: 'Se riusciamo prendiamo una vergine, sarebbe l'ideale per la cerimonia e facciamo un' iniziazione di massa'".
In quel momento, spunta il profilo di Rossella Corazzin. Gianni Guido era in vacanza a Cortina e rende noto a Izzo di aver incontrato una ragazza "perfetta" per i suoi terrificanti scopi. "Era perfetta in quanto vergine, tontolona, insomma, molto semplice da...".
Con una scusa banale, fare foto insieme, la convincono a vedersi. Lì scatta il rapimento su Land Rover. All'inizio la ragazza non è nervosa. Poi si agita, probabilmente, a detta di Izzo, intuisce qualcosa. Ma è troppo tardi. I membri della banda sono armati e, nel momento in cui il nervosismo della ragazza esplode, la Corazzin viene addormentata con un tampone di etere.
Prima tappa del rapimento, Perla Verde, in un casale vicino Riccione. "Era praticamente disabitato, infatti noi ci facemmo pure un omicidio là dentro" dice Izzo. "Andai a trovare questa ragazza che stava prigioniera là, la tenevano piena di sonniferi". Ma non sembra che il mostro abbia partecipato al sequestro. I dettagli dell'efferato crimine gli vengono dati per telefono da Andrea Ghira e Gianni Guido. I tre si incontrano al Circeo: "Abbiamo trovato una per la cerimonia, la vuoi vedere?".
"La tenevano imbottita di sonniferi, infatti io ci ho provato a parlarle, ma non... stava lì rimbambita, insomma. Era una ragazzetta così, non particolarmente attraente, poco truccata, un po' cicciottella con i capelli ondulati, non tanto alta. Era in camicia da notte».
Per la ragazza di Pordenone, iniziano 25 giorni di inferno. Una prigionia orrenda culminata con la "consegna ai perugini" e una cerimonia sul lago Trasimeno a settembre. Per Izzo, il cerimoniale è "cavalleresco". Addirittura e "si giurava su Dio e sul Vangelo" racconta il mostro. "Avviene all'interno di un salone di questa villa, su un grosso tavolo di legno. Serafino D.L. è il gran maestro e davanti a lui ha una specie di spada in mano. Ognuno va là e recita il giuramento dei Templari".
Poi chi partecipa a questo cerimoniale inizia a tagliarsi sui polsi, e, come racconta Izzo, il sangue si mescola con il vino e si beve tutti dalla stessa coppa.
Una volta terminato questo rituale, "una per volta possediamo la vergine". Izzo afferma di non sapere che fine abbia fatto la ragazza. Probabilmente morta. Nel 2010 il tribunale di Pordenone l'ha dichiarata legalmente morta. Ma adesso, dopo anni, gli atti sono stati trasmessi alla Procura di Perugia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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