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Immigrazione, il Belgio vuole mandare le navi in acque libiche

Il ministro degli Esteri di Bruxelles, Didier Reynders, propone di inviare le navi della missione Sophia fin sotto i porti libici per fermare l'immigrazione verso l'Europa

Immigrazione, il Belgio vuole mandare le navi in acque libiche

Una flotta di navi militari dei Paesi Ue pronta a sconfinare anche nelle acque territoriali libiche, pronte a tutto pur di fermare l'immigrazione clandestina: la proposta arriva dal ministro degli Esteri del Belgio, Didier Reynders, che la ha avanzata durante il vertice di ieri a Bruxelles.

In vista del rinnovo della missione Sophia, che scade il prossimo 27 luglio, il ministro belga ha proposto - come suggeriva peraltro già da tempo - di estendere il raggio d'azione delle navi dei Paesi Ue ben oltre il limite delle acque territoriali controllate dal governo di Tripoli. Questa mossa, ha spiegato, consentirebbe di passare alla "terza fase" della lotta ai trafficanti di uomini. Senza questa evoluzione, ha spiegato infatti, la missione rischia di trasformarsi in un pull factor per i migranti, spingendo il Belgio a ipotizzare l'abbandono della missione stessa, come già suggerito fra gli altri dal sottosegretario fiammingo all'immigrazione Theo Francken.

"Non ha senso attendere i migranti e i trafficanti nelle acque internazionali - commentava già il 17 luglio scorso Reynders - C'è qualcosa di cinico in questo." Fra le altre proposte dell'esecutivo belga per l'aggiornamento delle condizioni operative di Sophia, anche il controllo delle frontiere libiche a sud e al confine con la Tunisia.

Quello che è certo è che, come ha ricordato anche l'Alto commissario Ue per la Politica estera e la Sicurezza comune Federica Mogherini

in un'intervista al quotidiano francese Le Monde, è praticamente impossibile che i flussi di immigrazione dalla Libia si interrompano prima che nel Paese torni a regnare la stabilità politica.

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