Coronavirus

La Sicilia tra rischio sbarchi e Coronavirus

Falle nella gestione interna e nuove partenze dalla Libia: la Sicilia tra emergenza coronavirus e immigrazione

La Sicilia tra rischio sbarchi e Coronavirus

(Agrigento) La pioggia sta caratterizzando questo surreale mese di aprile in Sicilia, con le condizioni del mare peggiorate a partire da martedì pomeriggio e con il maltempo che ha fatto capolino anche nello specchio d’acqua antistante Lampedusa. E quando il mare accenna a diventare mosso, per gli abitanti dell’isola vuol dire che per almeno nelle ore di maltempo ci sarà una tregua sul fronte degli sbarchi. Nell’ultima finestra di sole e temperature primaverili concessa da questo inizio settimana, però, le autorità hanno dovuto contare altri 80 ingressi. Lo ha fatto il sindaco Totò Martello mentre era a telefono con alcuni giornalisti:Ecco, un altro barcone è giunto autonomamente nel porto, saranno almeno un’ottantina a bordo”, ha esclamato il primo cittadino mentre annotava quanto vedeva con i suoi stessi occhi. Altre persone giunte senza la possibilità di trovar posto nella stessa Lampedusa, visto che il locale centro di accoglienza di contrada Imbriagola è già pieno da diversi giorni.

I migranti dovrebbero quindi arrivare questa sera a Porto Empedocle, dove verranno sottoposti alle procedure di identificazione da parte della polizia, prima di essere trasferiti nell’hotspot di Pozzallo. Ed anche questa circostanza potrebbe essere fonte di una possibile insofferenza da parte delle autorità locali. Porto Empedocle è rimasta infatti punto di collegamento con gli hotspot della Sicilia nonostante il suo sindaco Ida Carmina, ad inizio di questo mese, abbia emesso un’ordinanza con la quale ha sancito il divieto di sbarco e di transito ai migranti per tutta la durata dell'emergenza sanitaria Covid-19 nel territorio. "Per l'intero periodo di durata dell'emergenza sanitaria nazionale derivante dalla diffusione del virus Covid-19 - si legge nel documento -il porto di questa Città di Porto Empedocle non assicura i necessari requisiti per la classificazione e definizione di Place of Safety (luogo sicuro), in virtù di quanto previsto dalla Convenzione di Amburgo, sulla ricerca e il salvataggio marittimo, per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell'area Sar italiana".

È vietato pertanto-prosegue l’ordinanza - lo sbarco ed il transito di qualsivoglia migrante, attesa l'impossibilità di individuare la possibile insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, con particolare riferimento al Covid-19". Non sarà così questa sera: i migranti faranno “tappa” nella città marinara prima di proseguire il viaggio verso il porto ragusano dove ad attenderli ci sarà il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna.

Quest’ultimo, da noi raggiunto al telefono, ci ha spiegato le preoccupazioni relative all’applicazione dei protocolli di sicurezza per evitare casi di contagio da coronavirus: “Ho inviato una lettera all’assessore regionale alla Sanità - ha dichiarato - per avere certezza affinché tutto si svolga in sicurezza dal punto di vista della filiera della salute”. Non poteva non mancare il riferimento a quanto accaduto lo scorso 10 aprile quando, all’interno dell’hotspot, è giunto un migrante egiziano di 15 anni che, dopo alcuni sintomi febbrili, è risultato positivo al coronavirus. “L’altra volta - ha raccontato il primo cittadino - il migrante è sbarcato a Lampedusa, poi è giunto a Porto Empedocle ed è arrivato qui che stava male. Voglio precisare che noi siamo sempre aperti all’accoglienza, ma dobbiamo avere anche delle garanzie affinché dal punto di vista sanitario vengano rispettate tutte le procedure di sicurezza”. Con i suoi circa 19.500 abitati Pozzallo conta quasi 600 persone in isolamento. Si tratta di gente impiegata nel settore marittimo e cantieristico in diverse parti del mondo che, dopo l’allarme sanitario, è rientrata nella propria città. “Tutti abbiamo fatto sacrifici - ha continuato il sindaco -tutti ci siamo comportati in modo diligente e non possiamo rischiare che adesso arrivi qualcuno che sia affetto dal coronavirus vanificando i sacrifici dei cittadini”.

L’altra volta -ha proseguito Ammatuna - ho dovuto fare un esposto alla procura di Ragusa e di Agrigento perché c’è stata una falla nella filiera della salute. Ho inviato una lettera pure all’assessore regionale alla Sanità ma non ha dato alcuna risposta, spero lo faccia adesso”.

E intanto il sindaco di Pozzallo, insieme ai suoi colleghi che si trovano a gestire gli sbarchi autonomi, è ancora in attesa della nave che dovrebbe consentire la quarantena ai migranti in mare una volta giunti al porto. A lanciare per primo l’appello al governo centrale era stato proprio il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, quando lo scorso 8 aprile si è trovato a dover far fronte ai primi arrivi di extracomunitari dopo la pausa dovuta all’emergenza sanitaria.

La nave - ci ha spiegato Roberto Ammatuna - dovrebbe arrivare la prossima settimana. Ho sentito il prefetto di Bari e mi ha detto che le procedure per l’individuazione della compagnia che dovrà svolgere tale servizio si concluderanno lunedì prossimo. Poi, da lì al breve periodo, dovremmo essere messi nelle condizioni di poterne usufruire”.

Ma si chiede da più parti di fare presto: il maltempo di queste ore già in settimana lascerà spazio nuovamente alla primavera, le condizioni meteomarine torneranno ad essere ottimali e si prevedono nuove ondate di sbarchi. Dalla Libia in tal senso i segnali sono apparsi negli ultimi giorni tutt’altro che positivi: l’attuale fase della guerra sta rendendo più forti le organizzazioni criminali operanti nel ramo del traffico di esseri umani. A Sabratha, come scritto su InsideOver, ha ripreso potere, dopo l’arrivo delle forze legate al governo del premier Fayez Al Sarraj, il clan degli Al Dabbashi.

Quest’ultima fazione viene ritenuta una delle più importanti sul fronte dell’organizzazione dei viaggi della speranza e adesso, dopo un “esilio” da Sabratha durato quasi tre anni, vorrebbe riprendere in mano il business. A Sorman, altra cittadina lungo la costa della Tripolitania appena riconquistata dalle forze filo Al Sarraj, centinaia di criminali sono stati liberati dopo un assalto nel locale carcere. Tra questi, diversi sono anche scafisti e trafficanti arrestati negli ultimi anni ed ora nuovamente in grado di organizzare altre partenze dalle coste del Paese nordafricano.

A tutto ciò, occorre aggiungere una sempre più crescente pressione migratoria: considerando coloro che si trovano attualmente rinchiusi dentro i centri di accoglienza ufficiali (alcuni dei quali chiusi dal governo per l’insorgere del conflitto e dell’emergenza coronavirus) e quelli invece gestiti dalle organizzazioni criminali, si calcola che almeno in 6mila sarebbero pronti a partire. E il bel tempo, con l’approssimarsi della bella stagione, potrebbe far da detonatore ad una potenziale situazione esplosiva sul fronte migratorio, caratterizzata da centinaia di barconi spinti in mare dagli scafisti.

Non proprio una bella notizia, specie per quei sindaci per il momento quasi soli nel gestire l’emergenza immigrazione nel bel mezzo dell’ancor più grave emergenza sanitaria legata al coronavirus.

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