"Io, ostaggio dei ladri in casa mia. Minacciavano mia figlia di 7 anni"

L'imprenditore Giancarlo Miotto è stato tenuto in ostaggio da una banda di rapinatori nella sua villa. Minacce di morte anche alle moglie e alla figlioletta di 7 anni. "Hanno svaligiato tutto", racconta il petroliere

"Io, ostaggio dei ladri in casa mia. Minacciavano mia figlia di 7 anni"

Per ben 40 minuti Giancarlo Miotto, noto petroliere trevigiano, è stato tenuto in ostaggio da una banda di rapinatori che si era introdotta nella sua lussosissima villa di Marocco di Mogliano Veneto (Treviso). In balia dei banditi anche la moglie, 51 anni, e la figlioletta di 7: "Minacciavano mia figlia e gli abbiamo dato tutto", racconta l'imprenditore in una intervista alle pagine de Il Messaggero. I banditi sono scappati via con un bottino del valore di circa un milione di euro tra orologi, gioielli e altri preziosi.

La rapina

Un incubo interminabile quello vissuto dall'industriale Giancarlo Miotto, ex titolare della Miotto Generale Petroli, società impegnata nel settore petrolifero ora in concordato fallimentare. Tutto è cominciato pressappoco alle 19.30 di domenica 14 novembre. L'imprenditore, 79 anni, era seduto in salotto quando ha sentito dei rumori molesti provenire dalla porta-finestra della cucina: "I rapinatori sono entrati dalla porta-finestra della cucina, l’unica che non era chiusa dagli scuri. Hanno scardinato l’infisso con un piede di porco. - racconta - Io stavo guardando la tv in salotto, ho sentito un colpo e ho pensato a un piatto rotto. Poi mi è piombato dentro un bandito. Mia moglie era in cucina, l’hanno portata lì a forza. La bambina, la tata e la domestica erano in altre stanze. Ci hanno radunati in salotto, noi seduti sul divano, mia moglie trascinata per le stanze per farsi aprire le casseforti".

I banditi - presumibilmente quattro italiani "con l'accento foresto" - erano armati di pistola e avevano il passamontagna calato sul volto: "Due avevano le pistole, non saprei dire se vere o giocattolo, ma ce le hanno mostrate subito. - continua il racconto - Parlavano in italiano, con accento 'foresto', ma secondo la nostra domestica tra di loro comunicavano in albanese. Hanno messo subito ben in chiaro che quella era una rapina e che dovevamo fare quello che dicevano".

"Hanno minacciato mia figlia di 7 anni"

Una rapina che ha rischiato di avere un epilogo drammatico. I banditi hanno minacciato di "fare del male" alla figlia dell'imprenditore qualora non avesse vuotato le casseforti: "Altrimenti ci avrebbero fatto del male e avrebbero sequestrato la bambina. L’hanno anche minacciata di morte. Uno le ha detto: 'Stai zitta o ti sistemo io' perché la piccola aveva chiesto che andassero via e che lasciassero stare la mamma".

Anche la moglie è rimasta a lungo sotto scacco dei rapinatori: "Mia moglie ha avuto un mancamento, l’hanno trascinata a forza per le stanze e l’hanno minacciata per convincerla ad aprire la cassaforte". In men che non si dica, i banditi hanno svaligiato la villa: "Mia moglie ha aperto prima la cassaforte della camera da letto, dove tiene i suoi gioielli e poi anche il caveau, dove ci sono orologi di lusso e altri oggetti preziosi. Ma a quel punto è scattato l’allarme generale. - continua Miotto - Allora sono scappati a piedi, lasciando per terra nel parco alcune borse griffate che si erano presi. Forse lo hanno fatto per correre più agevolmente".

Il bottino e la fuga

Dopo essersi assicurati un bottino da capogiro - 1 milione di euro tra orologi griffati, gioielli e altri preziosi - i quattro rapinatori se la sono data a gambe levate. "Erano professionisti, - ne è quasi certo l'imprenditore - come hanno detto loro stessi: 'Lo facciamo di mestiere e da parecchio'. Erano veloci e organizzati. Uno di loro è rimasto al telefono quasi tutto il tempo, come se ricevesse istruzioni da qualcuno". Gli investigatori hanno già acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza nel tentativo di trarre elementi utili all'identificazione dei banditi. Intanto, Miotto e la sua famiglia provano a voltare pagina: "Siamo molto scossi e preoccupati per la bambina: speriamo dimentichi questa brutta esperienza anche se sarà molto difficile. - afferma -Siamo in pensiero anche per Diamond, uno dei nostri Chihuahua, scappato per la paura. Gli siamo molto affezionati".

Già in passato, il petroliere era stato vittima di una rapina in villa: "Ma Non ho mai avuto il porto d'armi né intendo farlo dopo questo episodio. - conclude - Se non si ha dimestichezza si rischia di fare più danni che altro".

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