Inaugurata la mostra "Goli Otok. L'isola degli orrori"

La mostra è stata allestita dall'Unione degli Istriani in collaborazione con l'Amministrazione comunale di Monfalcone e il quotidiano Il Giornale

Inaugurata la mostra "Goli Otok. L'isola degli orrori"

Goli Otok è un’isolotto croato di tre chilometri per tre incastonato nel cuore dell’Adriatico, a pochi passi dall’Italia. L'isola Calva - così il suo nome può essere tradotto in italiano - prende il nome dal suo aspetto: è una piccola isola rocciosa battuta dalla bora e quasi priva di vegetazione. Per ricordare che cosa è accaduto in questo inferno nel secondo dopoguerra, lo scorso 26 ottobre è stata inaugurata e allestita nell'atrio del Municipio della città di Monfalcone la mostra didattica "Goli otok. L'isola degli orrori". L’esposizione, con le foto di Ivo Saglietti, è stata allestita dall'Unione degli Istriani in collaborazione con l'Amministrazione comunale di Monfalcone e il quotidiano ilGiornale.it.

Goli Otok: l’isola degli orrori

Quest’isola, come detto, è diventata tristemente nota nel secondo dopoguerra. Qui, infatti, sorgeva un campo di concentramento della Jugoslavia destinato ad ospitare gli oppositori del regime di Tito. Dopo la rottura tra quest’ultimo e Josif Stalin, avvenuta nel 1948, sull’isola vennero deportati molti dei comunisti jugoslavi, e non, vicini alle posizioni staliniste. Insieme a loro, furono trasportati in loco anche detenuti politici anticomunisti e criminali comuni.

A Gali Otok, Tito imprigionò circa 30mila oppositori, tra cui centinaia e centinaia di italiani. Il campo, come ricostruito da un reportage di InsideOver, fu chiuso nel 1956, dopo otto lunghi anni di attività. Delle persone internate, 4mila morirono dopo atroci sofferenze. L’obiettivo della dirigenza comunista jugoslava era quello di fiaccare non solo il corpo, ma anche lo spirito di coloro che vi arrivavano. Botte e lavoro estenuante erano la costante di questa isola. Non ci si poteva fermare. Bisognava solamente agire.

L’importanza del ricordo

Oggi la memoria pare lontana, mentre i ricordi delle sofferenze titine sbiadite. Ecco perché la mostra "Goli Otok. L'isola degli orrori" è un viaggio nel passato imprescindibile per capire cosa è accaduto e mantenere vivo il ricordo dei tanti italiani massacrati senza pietà. A tagliare il nastro dell'esposizione erano presenti il Sindaco Anna Cisint, il Presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, ed il reporter de ilGiornale.it, Matteo Carnieletto.

Il Presidente Lacota nell'introdurre al numeroso pubblico intervenuto l'iniziativa, ha ringraziato il Sindaco ed il Vicesindaco Antonio Garritani ed in particolare l'Assessore alla Cultura Luca Fasan che aveva accolto subito la proposta della nostra Associazione di ospitare l'iniziativa nella città più coinvolta di tutte, in quanto tra i detenuti italiani del lager di Tito moltissimi furono i monfalconesi del "controesodo".

Il Sindaco Cisint, nel suo intervento, ha sottolineato l'importanza di fare memoria dei tragici eventi accaduti durante e dopo la grande guerra, e farli conoscere alle nuove generazioni ringraziando quindi gli organizzatori per il lavoro svolto.

Matteo Carnieletto, giovane giornalista di guerra, amante della storia del Confine orientale e autore, tra l'altro, di un reportage su Goli otok che è stato lo spunto per questa iniziativa, ha quindi sintetizzato l'oggetto della mostra, precisando l'impatto che questa deve avere tra i visitatori.

Come e quando visitare la mostra

Dopo gli interventi è stato proiettata l'intervista del rovignese Sergio Borme con il racconto dei suoi 24 mesi di detenzione a Goli otok. "Meglio un mese a Dachau che una sola ora a Goli Otok" le sue parole a conclusione della ammutolente testimonanza. Tra il pubblico presente, numerosi i soci dell'Unione degli Istriani residenti a Monfalcone e dintorni, e diversi i Dirigenti dell'Associazione.

Ricordiamo che la mostra è visitabile fino al 16 novembre con i seguenti orari: lunedì e mercoledì dalle 9.00 alle 13.

00 e dalle 15.30 alle 17.30, mentre martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Di seguito una breve fotocronaca con gli scatti del nostro fotografo Paolo Fabricci, che ringraziamo.

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